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lunedì, Giugno 17, 2024

Intelligenza artificiale, ChatGpt progetta il suo primo robot

L’Intelligenza artificiale promette altre conquiste. Da poesie, saggi e ricette alla progettazione di robot, il salto può essere breve: e così ChatGpt ha progettato il suo primo robot insieme a un gruppo di ricercatori, coadiuvandoli in tutte le fasi. Si tratta di un braccio robotico in grado di raccogliere i pomodori. Le idee e i suggerimenti di OpenAI sono stati messi in pratica dagli studiosi dell’Università olandese di Delft, compresi due italiani. Pubblicato sulla rivista Nature Machine Intelligence, il progetto ha avuto esiti positivi. Tuttavia, al momento, uno scenario in cui ChatGpt possa progettare un robot in modo autonomo non è possibile e, secondo i ricercatori, neanche auspicabile.
Il robot contadino “Volevamo che ChatGpt non progettasse un robot qualunque, ma uno che fosse davvero utile”, ha osservato Cosimo Della Santina, co-autore dello studio guidato da Francesco Stella. La scelta è quindi ricaduta su un robot-contadino per i pomodori, la coltura che secondo ChatGpt sarebbe economicamente più vantaggiosa da automatizzare”. I ricercatori hanno seguito i consigli del chabot relativi alla progettazione, particolarmente utili nella fase concettuale. “ChatGpt può ampliare le conoscenze degli ingegneri ad altre aree di competenza”, ha commentato Stella. Il sistema ha però anche fornito suggerimenti interessanti nella fase di realizzazione vera e propria, del tipo: “Costruite la pinza in silicone o in gomma, per evitare di schiacciare i pomodori”. Oppure indicando il motore più adatto per far muovere il robot. “Tuttavia – ha sottolineato Stella – ci siamo resi conto che il nostro ruolo di ingegneri si è spostato verso l’esecuzione di compiti più tecnici”. I ricercatori hanno anche esplorato i vari gradi di cooperazione tra esseri umani e sistemi linguistici basati sull’IA. Nello scenario più estremo, il sistema fornisce tutti gli input per la progettazione del robot e l’essere umano lo segue ciecamente. Uno scenario del genere tuttavia non è ancora realizzabile e non sarebbe neanche desiderabile. Il perché lo spiegano i ricercatori: “Le indicazioni delle Intelligenze Artificiali come ChatGpt possono essere fuorvianti, se non vengono verificate e convalidate. Questi sistemi sono progettati per generare la risposta più probabile a una domanda – osserva Della Santina – quindi c’è il rischio che portino disinformazione e pregiudizi all’interno della robotica”. Lavorare con ChatGpt solleva anche altre questioni importanti, come il plagio e la proprietà intellettuale. “Una questione ancora aperta per quanto riguarda il futuro del nostro settore è come utilizzare i sistemi linguistici come ChatGpt per assistere gli sviluppatori di robot, senza limitare la creatività e l’innovazione necessarie per rispondere alle sfide del XXI secolo”, ha concluso Stella.

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