
Atre giorni dal gravissimo incidente avvenuto a Casal Palocco, nella zona sud Di Roma, in cui ha perso la vita un bambino di cinque anni, Manuel Proietti, l’episodio continua ad alimentare le polemiche e a infiammare il web.
In un post su Facebook oggi è il titolare dell’autonoleggio Skylimit rent, dove è stato preso a nolo il suv Lamborghini dai cinque ventenni youtuber coinvolti nell’incidente, Gabriele Morabito, che dice la sua per chiarire i fatti e smarcarsi dalla tempesta di insulti e minacce via social che hanno coinvolto anche la sua società: “Il nostro codice della strada (nello specifico l’art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione”. “Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle autorità. Ma non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatori spetta ai genitori. Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema – prosegue Morabito su Fb – passa in secondo piano, ma continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile”. “Colgo infine l’occasione per ringraziare chi, invece, ci sta dimostrando la propria vicinanza, non per partito preso, ma perché prima di giudicare o condannare, si è informata”, conclude il post.Intanto le indagini disposte dalla Procura di Roma proseguono. Ieri, mentre erano in corso le perquisizioni a casa di Matteo Di Pietro, il 20enne alla guida del Suv Lamborghini al momento dell’impatto con la Smart, indagato per omicidio stradale e lesioni per la morte di Manuel Proietti, è spuntata la scioccante dichiarazione fatta al programma ‘Vita in diretta’, da un testimone presente al momento dell’incidente: “Tranquillo sistemeremo tutto… daremo tanti soldi alla famiglia” gli avrebbe detto uno dei 5 youtuber a bordo del Suv, un’ora dopo l’impatto fatale in cui ha perso la vita Manuel Proietti. Oltre alla casa di Matteo Di Pietro, è stata controllata anche la sede legale della società ‘TheBorderline’, di cui il ragazzo fa parte, oltre ad esserne Ceo e fondatore. Di Pietro, risultato positivo ai cannabinoidi, risulta attualmente solo indagato.
Una situazione che ha provocato una dura reazione da parte di Avisl Onlus- Associazione Vittime Incidenti Stradali. “La persona che era alla guida, lo youtuber ventenne Matteo Di Pietro, è indagato per omicidio stradale, ma è ancora a piede libero”, afferma l’avvocato Domenico Musicco, presidente dell’associazione. “Non si capisce quale siano le ragioni – sottolinea in una nota – per le quali non siano stati presi provvedimenti restrittivi. Stiamo parlando di una persona che, per girare dei video social, viaggiava a velocità estremamente sostenuta e pure positiva ai cannabinoidi, che ha provocato un incidente in cui è morto un bimbo di 5 anni. Un fatto di una gravità inaudita”.
Secondo l’avvocato, “esistono tutti i presupposti previsti dalla legge sull’omicidio stradale perché per il giovane vengano disposti quantomeno gli arresti domiciliari, anche per il pericolo di reiterazione del reato. Invece, con mio stupore, non è successo assolutamente niente. E capita addirittura di leggere sui giornali che per qualcuno ciò che è successo sia stato solo il frutto di una bravata. Ciò che sta accadendo è un pessimo segnale – conclude – sia per la giustizia sia per la famiglia della vittima”.