
“Chiederemo, come l’anno scorso, che vengano chiuse le indagini sulla strage di Ustica, troppo lunghe. La magistratura sta facendo poco, devo dire, e c’è poca collaborazione anche da parte dei Governi della Repubblica, della diplomazia. Bisogna rendersi conto, ormai, che se non ci arriva la magistratura ci deve arrivare la politica, a farsi dire chi ha abbattuto quell’aereo”. Parole di Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica, in vista delle celebrazioni , martedì 27 giugno, del 43esimo anniversario della tragedia che causò la morte di 81 persone in viaggio tra Bologna e Palermo su un Dc-9 della compagnia Itavia, in una sera di inizio estate del 1980. Fu un episodio di guerra aerea, come ricordato dal giudice Rosario Priore nella sua sentenza ordinanza del 1999. Le indagini vennero riaperte nel 2008 dopo che Francesco Cossiga aveva attribuito alla Francia la responsabilità della strage. “Nonostante tutto”, dice Daria Bonfietti, nonostante le indagini siano ancora aperte a 43 anni dalla strage, “io credo nelle istituzioni del nostro Stato e credo che la magistratura debba dare verità giudiziarie su chi compie i reati. Poi, uno può crederci o non crederci, come può credere o meno al Covid e alla terra piatta, ma la magistratura ha detto che il DC-9 è stato abbattuto nell’ambito di un episodio di guerra aerea, punto”. A chi, come l’ex ministro Carlo Giovanardi, continua a parlare (pure in questi giorni) di bomba a bordo dell’aereo e di lodo Moro, replica amara Bonfietti: “Non si capisce come la menzogna possa ancora essere usata e possa ancora essere ripresa da troppe attenzioni. La perizia cui si riferiscono questi signori, con l’ipotesi della bomba, è stata bocciata dai giudici- insiste Bonfietti- perché ritenuta inutilizzabile in quanto ‘affetta da tali e tanti vizi’. Lo dico citando la magistratura”. “Vogliamo sapere– dice ancora Bonfietti- chi ha potuto abbattere un aereo civile in tempo di pace, specialmente dopo che Francesco Cossiga nel 2008 ha cominciato a dire che i responsabili furono i francesi, che il generale Santovito telefonò in tempo reale a Gheddafi per dirgli che non avrebbe dovuto essere presente in quella zona, per raccontare che il pilota dell’aereo francese si suiciderà una volta giunto sulla sua portaerei. Tutte queste cose sono state raccontate anche ai magistrati, Cossiga le ha dette sotto giuramento e si sono riaperte le indagini, tuttora in corso”. Incontri istituzionali ma anche mostre, arte e cultura. “Abbiamo messo insieme un programma che oltre allo slogan, Ustica non si dimentica, abbiamo voluto usare altri ingredienti, quelli della collaborazione e dell’invenzione. Vogliamo raccontare ancora una volta che la nostra battaglia, per sapere anche l’ultimo pezzo di verità, continua”, ha ricordato oggi Bonfiettti. La città di Bologna intende tener viva la memoria anche a livello culturale e artistico, partendo dal Museo per la Memoria di Ustica dei Musei Civici. Non manca inoltre l’autobus di Tper personalizzato, dedicato alla memoria di Ustica ed esposto questa mattina in piazza Maggiore, che girerà un mese con la scritta nera su fondo giallo “Ustica non si dimentica”.






