martedì, Maggio 21, 2024

Nel Lazio aumentano i contratti irregolari per colf e badanti

Con la crisi economica le famiglie del Lazio devono far quadrare i conti a fine mese, anche coloro che hanno necessità di una colf o una badante. Le soluzioni sono due: rinunciare oppure assumere in nero. E’ il quadro preoccupante che emerge dal Report 2023 dell’Osservatorio Inps sul lavoro domestico con dati elaborati da Nuova Collaborazione (l’associazione nazionale dei datori di lavoro casalingo), a dimostrare il crollo dei contratti regolari di assunzione. Nel 2022 i lavoratori domestici che hanno ottenuto i contributi pensionistici sono stati 123.157, in calo del 6,7% rispetto al 2021. Le prospettive non sono rosee neanche per il 2023 e per le associazioni dei consumatori questo potrebbe essere dovuto anche al fatto che il lavoro nero è ancora una piaga che flagella la categoria. Stando ai numeri dell’Osservatorio, nel Lazio per ogni uomo che fa questo mestiere ci sono cinque donne (19.757 contro 103.400), mentre la composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia la prevalenza di lavoratori stranieri: lo scorso anno sono stati 98.914 contro 24.243 italiani.

GLI IRREGOLARI

Secondo Nuova Collaborazione a fronte di un regolare c’è un irregolare. “Riteniamo di poter stimare in almeno 130.000 quelli in nero – dice Alfredo Savia, presidente dell’associazione. Due sono le soluzioni: la prima è la defiscalizzazione del costo del lavoro domestico: è un sostegno che bisogna dare alla famiglia per sostenere il sommerso che in Italia supera il milione di persone. E poi serve fare una politica di flussi migratori costanti per dare una soluzione al problema del lavoro domestico in maniera omogenea e ovviare così anche al lavoro in nero”.


LA CLASSE MEDIA
Per i consumatori il quadro che emerge ha luci e ombre e dimostra l’effetto dei tagli tra le famiglie del Lazio. «E’ un segnale dei tempi che cambiano: con la crisi che incombe, la classe media si sta sempre più restringendo. Il costo dei collaboratori domestici è sempre più elevato e molte famiglie riducono le assunzioni, non potendo permettersi colf e badanti – commenta Luigi Gabriele, presidente dell’associazione Consumerismo No Profit – Un trend che prosegue anche nel 2023, a causa delle conseguenze del caro-bollette e dell’inflazione alle stelle, fenomeni economici che hanno intaccato i redditi e tagliato la capacità di spesa delle famiglie. Al tempo stesso aumenta il sommerso, ossia la chiusura di contratti e regolarizzazioni, divenute troppo onerose, in favore del lavoro in nero». Per Gabriele, «c’è anche un altro aspetto che incide sulla riduzione di colf e badanti: l’irruzione dello smart working nelle nostre vite ha portato milioni di lavoratori a trascorrere più tempo in casa, dando loro la possibilità di dedicarsi alla cura di parenti anziani o malati e alle incombenze domestiche come la pulizia della casa, prima delegate a terzi».

Articoli correlati

Ultimi articoli