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mercoledì, Maggio 29, 2024

Scontro fra governo e magistratura, Anm: “Da Palazzo Chigi un’accusa pesantissima”

Non si placano le tensioni nate fra il governo e la magistratura dopo gli ultimi sviluppi dei casi Delmastro e Santanchè. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, parlando al Comitato direttivo dell’Associazione nazionale magistrati, ricostruendo la vicenda ha detto: “Non è più l’Anm a essere accusata di interferenza, ma la magistratura nell’esercizio delle sue funzioni. Dopo l’indagine sulla ministra Santanchè e dopo la notizia che un gip ha esercitato una prerogativa del codice è stata una nota di Palazzo Chigi di non meglio precisate fonti governative che ha accusato una parte della magistratura di schierarsi faziosamente nello scontro politico”. “Un’accusa pesantissima che colpisce al cuore la magistratura – ha proseguito – Un attacco ancora più insidioso perché lasciato a fonti anonime di Chigi. Quello con la politica è uno scontro che stiamo subendo e che si è innalzato senza che noi si sia fatto nulla”. “La magistratura non ha alcuna voglia di alimentare lo scontro, ma quando il livello dello scontro si alza, il nostro silenzio sarebbe l’impacciato mutismo di chi non sa reagire con fermezza a una politica muscolare rivolta a un’istituzione di garanzia – ha detto ancora Santalucia, spiegando che la magistratura vuole discutere con il ministro del miglioramento della giustizia – Sarebbe un arretramento e noi non arretriamo quando si tratta di difendere i valori della Costituzione”. “Noi siamo lontani dal potere e dalle fazioni politiche – ha sottolineato – La prima forma di garantismo è avere rispetto delle prerogative delle istituzioni, come la nostra che è fondamentale. Se si è garantisti dileggiando le istituzioni non possiamo guardare a questo ‘garantismo’ con rispetto”. “È la seconda volta in un mese che ci troviamo a difendere un giudice e non le toghe rosse delle procure. E questo è un elemento di preoccupazione”, ha sottolineato il presidente dell’Anm, che ha puntato il dito contro la nota di ieri del ministero della Giustizia in cui “si stigmatizza come abnormità il potere di controllo del giudice sul pm. Questo ci allarma: non si può consegnare all’opinione pubblica l’idea che il magistrato abbia esercitato in maniera anomala un potere-dovere, che è garanzia di legalità” ed espressione “del principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale”. Santalucia ha poi aggiunto che “il sospetto è che la separazione delle carriere e le riforme costituzionali vengano sbandierate non perché si crede che servano a un miglioramento dell’attuale sistema” ma come “una misura di punizione nei confronti della magistratura”. Il presidente dell’Anm poi ha chiesto con “umiltà” al governo e alla maggioranza “di cambiare passo: non si può andare a una riforma costituzionale con questo passo, come risposta reattiva a un provvedimento fisiologico di un giudice che non piace perché colpisce qualcuno che è al governo”. Il ministro, ha ricordato Santalucia, aveva assicurato che queste riforme “non sono in un orizzonte immediato” ma ora “ha detto che occorre accelerare sulla separazione carriere perché un giudice non è stato d’accordo con un pm”. Noi, ha ribadito, “vogliamo discutere di riforme che sembrano utili e di quelle che utili non ci sembrano, non interferiamo”.

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