domenica, Maggio 5, 2024

La Santona della Madonna di Trevignano fa ricorso al Consiglio di Stato

Una ordinanza del Tar del Lazio di tre settimane fa aveva ribadito che oltre alle panchine anche la recinzione, l’altare e un crocifisso devono essere rimossi dal terreno di Trevignano in cui ogni 3 del mese Gisella Cardia raduna i fedeli della cosiddetta “Madonna di Trevignano”. A stabilire la demolizione degli abusi, in un’area privata ma inserita all’interno del parco di Bracciano-Martignano e quindi sottoposta a severi vincoli, era stato il Comune della città sul lago. E il Tribunale amministrativo regionale aveva confermato l’ordinanza.
Ma la donna, e la sua associazione “Madonna di Trevignano onlus”, fondata insieme al marito, ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato
Nel ricorso si afferma che sbaglia il Tar a negare che la funzione religiosa in quella radura si possa svolgere in assenza dei propri simboli (una statua della Madonna, una di San Michele Arcangelo) e si ribadisce che le panchine e i gazebo sono “un modesto manufatto” che serve a consentire ai fedeli di esprimere la loro spiritualità.
L’associazione, rappresentata dall’avvocato Adriano Tortora, critica anche il “clima di odio e violenza” attorno alla Cardia in cui si inserirebbe anche l’ordinanza del Comune di Trevignano, che minaccerebbe principi fondamentali come la libertà religiosa.
Secondo la sentenza del Tar le opere abusive dovrebbero essere rimosse entro il 17 luglio, un mese dopo l’ordinanza. L’udienza a Palazzo Spada si dovrebbe tenere il prossimo 11 luglio.

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