
Convalidato il fermo per la 32enne che ha travolto una famiglia a Santo Stefano di Cadore. Lo ha deciso il gip Enrica Marson nei confronti di Angelika Hutter, la 32enne tedesca che ha travolto e ucciso tre persone, tra cui un bimbo di 2 anni, a Santo Stefano di Cadore, e per il quale è accusata di omicidio stradale plurimo. La donna non ha preso parte all’interrogatorio perché ricoverata da domenica nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Venezia. Per martedì è stata annunciata una conferenza stampa del procuratore Paolo Luca. Il nome di Angelika Hutter da giovedì scorso è su tutti i giornali: l’automobilista tedesca, 31 anni, ha travolto con l’auto una famiglia a Santo Stefano di Cadore (Belluno) uccidendo tre persone, tra cui un bambino. Una vita allo sbando, la sua: da settimane vagava in macchina dove dormiva e mangiava. Su di lei emergono sempre più dettagli: nasconde un martello nello zaino, litiga con persone che non conosce, ma non lascia trapelare nessun sentimento quando viene condotta nel carcere della Giudecca a Venezia.
Originaria della Baviera Angelika Hutter sarebbe originaria della Baviera. Disoccupata, quando è stata fermata per omicidio stradale, ha detto di essere “qui per un giro” e di “girare per i paesi della montagna”. L’incidente, secondo la sua versione, sarebbe avvenuto perché ha perso il controllo dell’auto. Guidava a una velocità superiore a quella consentita nella zona e, secondo gli esami, nel momento dello scontro non era sotto l’effetto né di droghe né di alcol. E’ stato sequestrato il suo telefonino. Nella sua auto sono stati trovati coperte, abiti sporchi, acqua, verdure: elementi che fanno pensare che la donna vivesse in macchina. Si tratta, quindi, di una persona senza fissa dimora, che vive di espedienti e con una personalità complessa.
A maggio ha litigato con il commesso di un negozio di telefonini a Bolzano. Una lite furiosa, al punto che i colleghi del commesso hanno chiamato la polizia. Che, al momento dell’intervento, si è accorta di un martello contenuto nel suo zainetto. La donna è stata denunciata per “porto di oggetti atti a offendere”.






