domenica, Maggio 5, 2024

Poliziotti in sit-in a Roma: Silp-Cgil: “Per sicurezza servono fatti non slogan”

“La sicurezza non si fa con gli slogan ma con i fatti”. È quanto chiedono al governo i poliziotti del Silp Cgil, che oggi sono scesi nelle piazze di cento città con presidi, sit-in e volanti per sottolineare la necessità di una maggiore attenzione alla categoria. A Roma, decine di agenti liberi dal servizio si sono dati appuntamento a piazza dell’Esquilino, per lanciare al Governo un messaggio chiaro e sensibilizzare i cittadini. Al sit-in presente anche il segretario generale del sindacato di polizia, Pietro Colapietro, che ha affermato: “Mancano 10.000 poliziotti all’appello rispetto agli organici necessari, le assunzioni previste non coprono i pensionamenti, siamo senza contratto dal 2021, i dirigenti di polizia non hanno mai visto un contratto dal 2017, i nostri straordinari sono pagati meno di un’ora ordinaria di lavoro e soprattutto vengono corrisposti in ritardo, abbiamo lavoratrici e lavoratori che hanno un’età media di 50 anni e che nei prossimi anni andranno in pensione con retribuzioni ben inferiori al loro ultimo stipendio“. Colapietro ha inoltre aggiunto: “Siamo stufi di essere carne da macello, anche inconsiderazione dell’aumento del disagio sociale legato alla crisi economica. Quasi 30 suicidi dall’inizio dell’anno tra le donne e gli uomini in divisa. Il malessere è tanto”. I rappresentanti sindacali hanno incontrato il Questore di Roma, Carmine Belfiore e il Prefetto Lamberto Giannini, consegnando loro un documento con le rivendicazioni della categoria, dove si parla della mancanza di risorse nel Def e per il rinnovo del contratto di lavoro.  In piazza era presente anche la segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione:”Alle sacrosante e legittime rivendicazione delle poliziotte e dei poliziotti – ha detto – si aggiunge una politica governativa tutta incentrata sul rafforzamento di forme repressive in materia di sicurezza che si misura anche attraverso le ipotesi di un maggiore utilizzo delle forze armate in compiti di ordine pubblico. La militarizzazione sotterranea della sicurezza costituisce il tentativo distorto di supplire alle carenze strutturali e di organico del personale di polizia, affidando ai militari compiti per i quali non sono preparati: la sicurezza interna non è una guerra da affrontare con gli eserciti. Occorre invece dare gli adeguati strumenti di formazione e le risorse per i rinnovi dei contratti, avviando un grande processo di assunzioni che permetta di far lavorare gli operatori della sicurezza in condizioni migliori“.

Articoli correlati

Ultimi articoli