venerdì, Novembre 21, 2025

Riforma della giustizia. Scontro tra il ministro Nordio e Mantovano

E’ scontro sul concorso esterno in associazione mafiosa tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che vorrebbe rivedere la legge, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che invece non considera prioritarie eventuali modifiche. La riforma della Giustizia attende il via libera del presidente per l’invio alle Camere. Più sfumata la posizione sul concorso esterno in associazione mafiosa. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato di rimodulazione. Ma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha frenato: “Non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata. Ci sono altre priorità”. Mantovano si è mostrato però preoccupato da una sentenza della Cassazione che “ha rivisto il concetto stesso di criminalità organizzata”, “creando allarme nei tribunali” perché vengono messe in discussione “le aggravanti speciali, i benefici penitenziari e così via”. Su questo, quindi, i giudici “dovranno fare chiarezza”. Un tema su cui il governo potrebbe intervenire anche con un decreto, si ragiona in ambienti ministeriali. Preoccupano gli effetti che le indagini possono avere sul governo. Ma Meloni – viene spiegato da fonti qualificate di governo  – avrebbe parlato di un’estate di stabilità, senza scossoni, per aprire a settembre il percorso della Finanziaria. Un modo per dire – si ragiona in alcuni settori della maggioranza- che non ci dovrebbero essere a breve cambiamenti nella squadra di governo. La firma ci sarà – rimarcano fonti della maggioranza – e  spetterà poi a Camera e Senato affrontare i nodi. Il Quirinale sarà poi chiamato a una nuova verifica prima della promulgazione. In questa logica, si racconta sempre in ambienti parlamentari, il capo dello Stato avrebbe sondato la premier per capire fino a che punto ci sia una disponibilità ad aprire un confronto con le toghe su alcuni punti del ddl. La posizione della premier è chiara, confermano fonti dell’esecutivo, è quella ribadita a Vilnius, dove ha criticato il modo con cui Santanché ha saputo di essere indagata e l’imputazione coattiva contro Delmastro, ribadendo poi la volontà di procedere con la separazione delle carriere. 

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