
La vendita dei biglietti del Colosseo è finita sotto i riflettori dell’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Società Cooperativa Culture (CoopCulture), Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator. L’indagine riguarda i biglietti per l’ingresso al parco archeologico del Colosseo, che comprende anche le aree di Foro Romano, Palatino e Domus Aurea. È stato identificato ieri sera dagli investigatori l’amico di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, Ignazio. Secondo il racconto della 22enne che ha sporto denuncia, entrambi i giovani avrebbero abusato di lei la notte tra il 17 e il 18 maggio, dopo una serata passata in un locale a Milano. La notizia è stata anticipata dal quotidiano La Verità e poi confermata da fonti qualificate.
Gli investigatori, coordinati dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro, hanno avuto non poche difficoltà nell’identificazione del ragazzo, che avrebbe 24 anni, perché la giovane ha saputo dire agli investigatori soltanto che l’amico di Leonardo, indagato per violenza sessuale, si chiamava Dj Nico. Nella denuncia, la 22enne ha riportato il racconto che lo stesso Leonardo La Russa le avrebbe fatto e cioè che sia lui sia il suo amico avrebbero avuto un rapporto con lei a sua insaputa. Il ragazzo appena identificato potrebbe presto essere iscritto nel registro degli indagati. Secondo quanto riportato in una nota dell’Antitrust, i consumatori non avrebbero la possibilità di acquistare i biglietti sul sito del rivenditore ufficiale CoopCulture, in quanto verrebbero rastrellati in massa da rivenditori secondari. Una condotta che priverebbe i consumatori della possibilità di acquistare i biglietti al prezzo ordinario. Dalla fine del 2022 e nella prima metà del 2023 – riferiscono varie fonti di stampa – i biglietti si sono esauriti subito dopo l’emissione sul sito di CoopCulture, rimanendo invece disponibili sulle piattaforme dei grandi operatori di intermediazione (Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator). Il sospetto è che queste piattaforme utilizzino sistemi automatici di acquisto (i cosiddetti “bot”) per fare incetta di biglietti e poi rivenderli a prezzo maggiorato, solitamente in combinazione con altri servizi come l’audioguida, il prelievo presso l’albergo, la possibilità di saltare la fila, il giro turistico della città. Da qui le lamentele degli utenti, che sul sito di CoopCulture non trovavano alcun ticket disponibile o che li avevano visti scomparire dal proprio carrello virtuale al momento del pagamento: per un biglietto da 18 euro ci sarebbe chi è arrivato a spendere fino a 70 euro. “Un fenomeno che crea danni economici da centinaia di milioni di euro all’anno agli utenti e che le norme finora introdotte non hanno saputo arginare”, spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi. “Per questo chiediamo al Governo di introdurre nuove disposizioni in grado non solo di bloccare il secondary ticketing, ma anche di sanzionare in modo pesantissimo quei siti che, ricorrendo a sofisticati sistemi automatici, fanno sparire i biglietti dai canali ufficiali per rivenderli poi a prezzi maggiorati”. Secondo l’Antitrust, CoopCulture non avrebbe predisposto sistemi idonei a evitare l’acquisto in massa dei biglietti. Da qui le ispezioni, nella sede della società come in quella di Musement S.p.A., condotte dai funzionari dell’Autorità con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Il Garante cercherà di fare luce sul fenomeno del bagarinaggio online, una delle piaghe che affliggono il Colosseo. La direttrice del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, appena saputo dell’indagine dell’Antitrust, ha detto: “Era ora. L’anno scorso ho sporto denuncia alla polizia postale per questi accaparramenti. Da lì poi è partito tutto. Anche l’indagine tuttora in corso della Guardia Finanza, con cui ci sentiamo periodicamente e teniamo riunioni anche mensili. Credo che questi siano i primi risultati”.