sabato, Maggio 18, 2024

L’Aquila, giovane preferisce il carcere all’affidamento in prova ai servizi sociali

A L’Aquila, un giovane ha preferito il carcere all’affidamento in prova ai servizi sociali. A Sulmona, il 30enne è stato condannato in via definitiva e gli era stata notificata un’ordinanza di sospensione della pena definitiva di 3 anni e 2 mesi di reclusione per 2 condanne. Ora è in carcere a Chieti.
La videnda – “Meglio in carcere che in affidamento ai servizi sociali”, questa la risposta che il 30enne ha dato all’autorità giudiziaria, che gli aveva notificato nei giorni scorsi l’ordinanza di sospensione della pena, per due casi diversi.
La prima condanna riguarda un pestaggio al termine della processione del Venerdì Santo del 2017 vicino a Sulmona. Il 30enne aveva aggredito un altro un giovane. In seguito aveva patteggiato la pena di due anni. L’altra condanna si riferisce a un furto a Pescara, che gli è costato una pena di un anno e due mesi. Il giudice aveva stabilito un termine entro cui il 30enne di Sulmona aveva la possibilità di aderire a forme di espiazione alternativa della pena, dagli affidamenti a servizi specifici o altri percorsi ma lui ha optato per la detenzione in carcere. “Preferisco andare dentro ed espiare la pena”. A quel punto è stato trasferito in carcere. L’affidamento in prova ai servizi sociali è una delle misure alternative alla detenzione per favorire, attraverso una minore limitazione della libertà personale, il reinserimento sociale del condannato, come sancito dalla Cassazione. L’affidamento in prova rappresenta la possibilità, purché si verifichino determinate condizioni, di espiare fuori dal carcere la pena definitiva. Rappresenta una soluzione alternativa al regime di restrizione carceraria o domiciliare. Non sono presenti limiti di pena per i soggetti affetti da Aids o da gravi deficienze immunitarie.

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