di Giuseppe Iacoviello
Per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, la ricchezza globale ha subito una contrazione. A certificarlo è il rapporto di UBS e Credit Suisse, che evidenzia una flessione del 2,4%, pari a una perdita di 11.300 miliardi di dollari. In media, ogni adulto ha visto ridursi la propria ricchezza di 3.198 dollari.
Tra le cause principali di questa battuta d’arresto ci sono l’inflazione elevata, l’aumento dei tassi di interesse e l’apprezzamento del dollaro, un mix che ha eroso il potere d’acquisto e i risparmi delle famiglie. Dopo anni di crescita – favorita dai bassi tassi di interesse e dagli aiuti governativi durante la pandemia – la guerra in Ucraina ha innescato un rialzo dei prezzi che ha costretto le banche centrali a politiche monetarie più restrittive.
Le perdite di ricchezza si sono concentrate principalmente in Europa e Nord America, che insieme hanno visto sfumare 10.900 miliardi di dollari. L’Africa, invece, ha registrato un aumento del 1,5%, mentre il grande vincitore del 2022 è stato il Brasile, con una crescita della ricchezza media del 31,6%, grazie al rafforzamento del real e alla crescita del PIL. Russia e Messico hanno riportato incrementi a doppia cifra.
Il numero dei milionari nel mondo è sceso di 3,5 milioni, con gli Stati Uniti che hanno perso 1,8 milioni di super-ricchi, pur restando il Paese con il maggior numero di milionari (22,7 milioni). Segue la Cina, con 6,2 milioni. Curiosamente, nonostante le sanzioni internazionali, la Russia ha visto aumentare il numero dei suoi milionari di 56 unità.
Nonostante il calo del 2022, le prospettive per il futuro restano positive: secondo le previsioni, entro il 2027 la ricchezza globale crescerà del 38%, trainata dai mercati emergenti.






