
“Le sfide di fronte alle quali ci troviamo sono sempre più complesse. Si può sostenere che le crisi finanziarie globali, i caratteri inediti della competizione geopolitica, l’esperienza della pandemia, la crisi climatica, la stessa guerra determinata dall’aggressione da parte della Federazione Russa all’Ucraina, abbiano costituito un rallentamento alla globalizzazione. Ma non si può certo dedurre che l’interdipendenza ne sia stata ridimensionata. Sarebbe una fuga dalla realtà ignorare le problematiche presenti nell’agenda mondiale. Va quindi sempre più rafforzata la capacità dell’Unione europea di essere un interlocutore politico globale. La Conferenza sul futuro dell’Europa ha aperto il cantiere di una riforma che dovrà inevitabilmente migliorare i trattati vigenti”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato in occasione del Forum organizzato da The European House – Ambrosetti, al via oggi a Cernobbio. “Nessun Paese del Continente – neppure i maggiori per dimensioni o reddito – può pensare a un futuro separato da quello degli altri: sarebbe una fuga dalla realtà e, prima ancora di un’illusione, un atto controproducente”, ha continuato il capo dello Stato. Se la Russia non lascerà la Crimea e gli altri territori occupati nell’Est dell’Ucraina “non ci potrà essere una pace sostenibile in Ucraina e quindi nemmeno in Europa”. Lo ha sottolineato, nel suo intervento in videocollegamento con il Forum Ambrosetti a Cernobbio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Osservate quello che è successo in Crimea. L’occupazione ha portato civiltà, turismo, business? Niente di tutto questo. L’Ucraina e tutti gli altri Paesi che fanno riferimento al diritto internazionale non riconoscono che la Crimea appartenga alla Federazione russa, non lo riconoscono nemmeno le aziende: quindi ci sarebbe una situazione di caos permanente, non sostenibile.
è quello che vuole la Russia: una penisola che attraeva turisti e affari ora è un territorio occupato e militarizzato e non può crescere”. Per uscire da questo, ci sono due strade, quella diplomatica e quella militare: “le truppe russe dovrebbero lasciare la penisola senza pressione, per salvaguardare vite: cosi’ come noi ci prendiamo cura della nostra gente, Putin dovrebbe pensare alla sua”.






