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domenica, Giugno 16, 2024

Spalletti, prime parole da ct azzurro: “Spero di far rinascere il sogno Nazionale”

Dopo tante polemiche è l’ora del campo. L’era di Luciano Spalletti come ct della Nazionale comincia ufficialmente e il nuovo selezionatore è presentato in conferenza stampa dalla federazione. Tanti i temi da toccare anche alla vigilia di due impegni fondamentali – contro Nord Macedonia e Ucraina – in vista di Euro 2024 dove gli Azzurri non possono sbagliare.

LE PAROLE IN CONFERENZA

“Grazie alla Federazione e al presidente Gravina per avermi dato questo incarico – ha esordito Spalletti -. Sono stati giorni intensi in cui mi sono state date tante cose per darmi gli strumenti per svolgere il mio ruolo. Ho passato tantissimo tempo qui a Coverciano, l’Università del calcio, ma essere qui come ct della Nazionale è una emozione indescrivibile e un sogno che parte da lontano. Spero di far rinascere quel sogno di poter portare con orgoglio la bandiera italiana a festeggiare a tutte le migliaia di bambini che guardano la Nazionale”.

Quanto tempo c’è voluto per accettare l’incarico?
Il presidente Gravina ha visto in meno la determinazione che ho nell’accettare l’incarico. Sono stato felicissimo già dalla prima chiamata ricevuta.

Si aspettava che la vicenda col Napoli si risolvesse più rapidamente?
Napoli è stata una esperienza bellissima. La città, i tifosi e la squadra sono stati qualcosa di travolgente, più di quanto uno possa aspettarsi. Ho un ricordo bellissimo ovviamente, ma per quanto riguarda la clausola niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta. Ci sono delle cose da mettere a posto, stanno lavorando gli avvocati e spero si arrivi il più velocemente possibile alla migliore soluzione per entrambe le parti.

Cosa cerchi in questa esperienza con la Nazionale? Di cosa ha bisogno questo gruppo?
Cerco la felicità, è questo ciò di cui abbiamo tutti bisogno. Non riesco di solito a essere felice da solo, o per qualcosa che riguarda me stesso. La mia felicità riflette verso gli altri, se la gente intorno a me non è felice non riesco neanch’io. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. Questa cosa è da chiarire subito coi calciatori, perché loro devono essere felici di vestire questa maglia e solo così possono dare il meglio in campo. Abbiamo una storia importantissima e voglio vedere appartenenza per questa maglia perché non è una divisa qualunque, la maglia del club deve sempre andare sotto a quella della Nazionale perché è una cosa importante e non tutti la possono vestire.

Il criterio delle convocazioni?
Dobbiamo giocare due partite fondamentali e quindi ci serve spessore internazionale ed esperienza. Non voglio avere un numero esagerato di giocatori perché poi dispiacerà dover mandare qualcuno in tribuna. In questo momento qui è fondamentale guardare il minutaggio, perché è diverso adesso rispetto a dicembre. Verratti e Jorginho non li ho chiamati perché non avendo mai giocato è impensabile convocarli. Non conta il nome, ma il comportamento e quello che accade.

Com’è la situazione del calcio italiano tra stranieri e rapporti coi club?
Io conosco le difficoltà dei club con le convocazioni della nazionale, ma devono sapere che il bene della Nazionale è il bene di tutto il calcio italiano. È una cosa che gli viene restituita e non si deve essere in contrasto. Con gli allenatori cercherò di avere un rapporto continuo e ho già iniziato a chiamare qualcuno. Non sono molti i giocatori convocabili che giocano in Serie A, la percentuale non è buona. Bisogna andare a prendere ciò che troviamo anche da altre parti del mondo, non conta il documento ma la voglia di far crescere e rappresentare il nostro calcio.

Prende in eredità la Nazionale campione d’Europa o quella che ha fallito l’accesso al Mondiale?
Io prendo in eredità la storia di questa Nazionale, non i risultati. Da Mancini eredito una buona Nazionale, ha vinto l’Europeo e ha un record di imbattibilità avendo lanciato molti giovani. Ha fatto un lavoro imponente anche nella ricerca di talenti che possono esserci utili. Bisogna cancellare l’amarezza dei risultati negativi che sono successi, prendendo le distanze dal pensiero di far parte di un calcio minore. Dobbiamo cercare di fare un calcio che piaccia a tutti e trovare la giusta via di mezzo.

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