martedì, Maggio 14, 2024

Nazionale, Buffon e il nuovo debutto azzurro come capo delegazione

Dopo Luciano Spalletti, nuovo ct della Nazionale, a Coverciano arriva il ‘nuovo’ debutto azzurro di Gigi Buffon. Due giorni dopo la presentazione alla stampa del nuovo Commissario Tecnico, nell’Aula Magna di Coverciano tocca a Buffon incontrare i giornalisti nella nuova veste di Capo Delegazione. Con lui c’è il Presidente Federale Gabriele Gravina, che dopo Gianluca Vialli ha deciso di puntare su un’altra leggenda del nostro calcio per ricoprire un ruolo che non è solo di rappresentanza, ma che può rivelarsi fondamentale nel cementare il gruppo. “Uno dei più grandi monumenti della nostra squadra azzurra, della nostra storia, torna finalmente a casa – le parole di Gravina – sabato con Spalletti abbiamo parlato di un nuovo capitolo della storia azzurra e quella di oggi è un’altra bellissima giornata. Questo ruolo rientra nelle prerogative del Presidente Federale e sono particolarmente orgoglioso di poter passare il testimone a Buffon per tantissime ragioni. In termini di coerenza, sabato ho parlato di orgoglio e appartenenza, ho parlato di identità. E Buffon è un professionista con 214 convocazioni e 176 presenze in Nazionale, un record. La sua presenza in questo ruolo è emblema di grandissima coerenza. La maglia azzurra Gigi ce l’ha come seconda pelle, è una componente fondamentale della sua vita”. Il corteggiamento per riportare Buffon in Nazionale è iniziato tempo fa: “Quando stava pensando di smettere con il calcio l’avevo contattato, ma lui ha scelto di continuare a fare il calciatore. Poi ha deciso di smettere e siamo tornati alla carica. Lo ringrazio per aver accettato questo nuovo ruolo e gli faccio un grande augurio affinché possa rientrare nell’Olimpo azzurro: lo è già come calciatore, ma con le sue qualità penso potrà diventarlo anche come dirigente. Per me la giornata di oggi rappresenta emozioni forti e dopo aver vissuto una estate turbolenta, non per colpa nostra, sono ancora di più soddisfatto perché so che questa squadra è in mani salde tra Spalletti come Ct e Buffon come Capo Delegazione. Se è vero che ognuno di noi deve fare il massimo, credo come Presidente Federale di aver fatto il massimo con queste scelte per onorare la maglia azzurra”. E chi ha onorato meglio la maglia di Buffon, primatista di presenze in Azzurro che trent’anni fa varcava per la prima volta il cancello di Coverciano iniziando la sua trafila nelle giovanili. Da grande promessa del calcio italiano a capitano e leader, un lungo viaggio che lo ha portato sul tetto del Mondo insieme a milioni di tifosi italiani. Ora, appesi guanti e scarpini al chiodo, è il momento di iniziare una nuova avventura: “Ringrazio il presidente, la famiglia azzurra e il Ct per la fiducia che hanno riposto in me. Immaginare la mia figura qui è un qualcosa che mi inorgoglisce e mi stimola, mi rende un uomo felice. Torno in un ambiente che penso di conoscere abbastanza bene. Il sunto del mio ruolo è dare un piccolo contributo in quelle che saranno le dinamiche che andremo a vivere in futuro”. Si schermisce quando gli chiedono chi sia il più grande portiere italiano di sempre tra lui e Zoff (“sono l’ultimo che può rispondere e l’ultimo che vuole rispondere a queste cose, penso che Zoff rimanga il portiere di riferimento della storia italiana”) e respinge ogni paragone con il suo predecessore, quel Gianluca Vialli che ha saputo arrivare al cuore di giocatori e tifosi: “Ho un bellissimo ricordo di Gianluca, avevamo un rapporto straordinario anche fuori dal campo. Dopo che aveva smesso continuavamo a scambiarci le maglie di gioco. Non ho la presunzione di poter raggiungere i suoi livelli, sarebbe sbagliato perché ognuno di noi ha un proprio percorso attraverso il quale matura e riesce a darsi delle risposte che quando sei più giovane non hai. Venire qui cercando di riprodurre un Gianluca Vialli sarebbe sbagliato, non sarei all’altezza. Cercherò di essere quello che sono sempre stato”.

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