sabato, Aprile 27, 2024

Cinema, mezzo secolo senza la divina Anna Magnani

“Le rughe sono le mie medaglie”

Il 26 settembre del 1973 si spegneva per un tumore al pancres la divina Anna Magnani. Sono passati esattamente mezzo secolo e rimane un monumento del cinema mondiale. Considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema è tra le poche attrici, nonché la prima italiana, a essere considerata in tutto il mondo una grande personalità artistica. Attrice simbolo del cinema italiano, è stata, insieme con Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, una delle figure preminenti della romanità cinematografica del XX secolo. Celebri le sue interpretazioni, soprattutto in film come Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma e La rosa tatuata. Quest’ultimo le valse nel 1956 un Oscar alla miglior attrice protagonista (la prima attrice non di lingua inglese a ricevere il premio). Era anche soprannominata “Nannarella”. Anna Magnani nacque a Roma, in via Salaria 126, nei pressi di Porta Pia (nell’odierno quartiere Nomentano), il 7 marzo del 1908. Sua madre, Marina Magnani, era una sarta originaria di Fano (in provincia di Pesaro e Urbino la quale, dopo averla data alla luce, la affidò definitivamente alle cure della nonna materna Giovanna Casadio, originaria di Ravenna, con la quale crebbe in via San Teodoro, tra il Campidoglio e il Palatino. Non conobbe mai il padre naturale. Da adulta, effettuando delle ricerche sull’identità del padre, Anna scoprì le sue origini calabresi e quello che avrebbe dovuto essere il suo cognome, Del Duce (il padre era Pietro Del Duce, giurista e nobiluomo di nascita) disse poi, ironicamente, di essersi fermata nelle ricerche perché non voleva passare come “la figlia del Duce”. Dopo aver abbandonato la figlia, Marina Magnani emigrò ad Alessandria d’Egitto, dove conobbe e sposò un ricco e facoltoso austriaco. Per questo motivo per lungo tempo si credette che Magnani fosse nata in Egitto; successivamente però la verità venne a galla, prima per ammissione della stessa attrice, poi per le conferme del figlio Luca. Anna venne quindi allevata dalla nonna in una casa abitata dalle cinque zie Dora, Maria, Rina, Olga e Italia. L’unica presenza maschile era quella dello zio Romano. La nonna si impegnò a fondo per crescere e far studiare la nipotina, iscrivendola presso un collegio di suore francesi, dove però la bambina rimase solo pochi mesi. Magnani intraprese ben presto lo studio del pianoforte e si iscrisse al Liceo Musicale Santa Cecilia, dove rimase per due ann. Nel frattempo, si recò ad Alessandria d’Egitto in visita alla madre, ma tornò molto provata da quell’esperienza che si era rivelata molto dolorosa perché tra le due donne non era riuscito a crearsi quel rapporto affettuoso madre-figlia che sempre le era mancato. Rientrata a Roma, decise di abbandonare lo studio della musica, che non la soddisfaceva pienamente, e si indirizzò verso la recitazione. Nel gennaio 1927 iniziò a frequentare con Paolo Stoppa la scuola di arte drammatica Eleonora Duse diretta da Silvio D’Amico[19] avendo come insegnante Ida Carloni Talli. Silvio D’Amico capì subito la forza dirompente di quella ragazzina della quale, diceva, “la Scuola non poteva insegnarle molto di più di quello che ha già dentro di sé…”, perché lei aveva già quel carisma che l’avrebbe resa indimenticabile. Raccontava a sua sorella (sceneggiatrice): “Ieri è venuta una ragazzina, piccola, mora con gli occhi espressivi. Non recita, vive le parti che le vengono assegnate. È già un’attrice…”. Tra il 1929 e il 1932 fece parte della compagnia Vergani-Cimara, diretta da Dario Niccodemi. Nei primi anni Trenta si cimentò anche nel doppiaggio: sua la voce di Joan Crawford nell’edizione italiana di Pioggia. Nel 1932 Anna Magnani e Paolo Stoppa si ritrovarono a lavorare insieme nella compagnia di Antonio Gandusio, il quale ben presto si innamorò della Magnani e apprezzò a tal punto le sue qualità da spingerla a tentare anche la strada del cinema. Nel 1934 passò alla rivista, accanto ai fratelli De Rege, lavorando poi, a partire dal 1941, in una fortunata serie di spettacoli con Totò. Nel 1944 recitò nella rivista Cantachiaro di Franco Monicelli, Italo De Tuddo, Garinei e Giovannini, e nel 1945 in Soffia so’…. Il suo debutto cinematografico avvenne nel film La cieca di Sorrento (1934) di Nunzio Malasomma. Il 3 ottobre 1935 sposò il regista Goffredo Alessandrini, con cui nel 1936 girò Cavalleria, dal quale si separò nel 1940, divorziando poi solo nel 1972. Nel 1938 prese parte al film La principessa Tarakanova di Mario Soldati, dove non recitò con la propria voce, ma fu doppiata da Marcella Rovena. Dopo numerosi film in cui interpretava parti di cameriera o cantante, riuscì a imporsi per le sue eccezionali doti di interprete spiccatamente drammatica. Fu Vittorio De Sica a offrirle per la prima volta la possibilità di costruire un personaggio non secondario, quello di Loretta Prima, artista di varietà, nel film Teresa Venerdì (1941). Recitò nell’avanspettacolo di Totò e interpretò il ruolo della verduraia romana in Campo de’ Fiori (1943) di Mario Bonnard, accanto ad Aldo Fabrizi. Anna Magnani con Giulio Andreotti alla 8ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il 23 ottobre 1942 diede alla luce il suo unico figlio, Luca, frutto di una breve relazione con l’attore Massimo Serato, che l’abbandonò non appena rimase incinta. A causa della gravidanza Magnani dovette rinunciare a girare il film Ossessione di Luchino Visconti, venendo sostituita da Clara Calamai. L’attrice riuscì a imporre il proprio cognome al figlio, proprio come la madre Marina fece con lei, uno dei rari casi di genealogia matrilineare che si protrae per addirittura tre generazioni. Sempre nel 1942 recitò in Finalmente soli di Giacomo Gentilomo, dove fu doppiata da Tina Lattanzi. Ebbe ruoli importanti in quegli anni anche in La vita è bella (1943) di Carlo Ludovico Bragaglia (1943) e L’ultima carrozzella (1943) di Mario Mattoli. Raggiunse la fama mondiale nel 1945 e vinse il suo primo Nastro d’argento grazie all’interpretazione nel film, manifesto del Neorealismo, Roma città aperta di Roberto Rossellini (con il quale instaurò una relazione sentimentale), con Aldo Fabrizi, Marcello Pagliero e Maria Michi. Nel film Magnani è protagonista di una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale il suo personaggio (la ‘Sora Pina’, ispirato alla figura di Teresa Gullace) viene ucciso dai colpi di mitra dei tedeschi. Nello stesso anno partecipò al film Quartetto pazzo di Guido Salvini, doppiata anche in questa occasione dalla Lattanzi, mentre l’anno successivo prese parte al film strappalacrime musicale Avanti a lui tremava tutta Roma di Carmine Gallone, ove fu doppiata per le scene di canto lirico dal soprano Elisabetta Barbato. Ancora nel 1946 affiancò Vittorio de Sica nella commedia Abbasso la ricchezza! di Gennaro Righelli, ove interpretava l’esuberante Gioconda Perfetti, una fruttivendola arricchitasi in fretta con la borsa nera nella Roma del primissimo dopoguerra.

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