
“Leo vuole uccidere Diabolik e vuole che lo faccia io, perché si fida solo di me”. Leo è Leandro Bennato, nome di spicco della mala romana. E questa sarebbe la confidenza fatta in cucina da Raul Esteban Calderon a Rina Bussone. L’ex compagna del presunto assassino di Fabrizio Piscitelli e ora testimone di giustizia torna a parlare, videocollegata da una località protetta, nell’aula bunker di Rebibbia. L’esame della teste riparte dalle domande dell’avvocato di parte civile, Luca Ranalli. Una deposizione coerente con quanto già detto la scorsa udienza. “Avevo problemi economici, Raul mi rassicurò dicendo che avrebbe fatto una cosa con Leo”, racconta la Bussone. La conversazione – chiarisce la donna – avviene prima del 7 agosto del 2019, quindi prima dell’omicidio di Diabolik.
Si torna a parlare anche delle “bambine”, così la teste, rapinatrice di professione, chiama le pistole. Una 9×21 e una 7 e 65, sotterrate dalla stessa Bussone, dopo un colpo in gioielleria, in una buca scavata in giardino. “Raul sapeva dove fossero”, riferisce e con la 9×21 avrebbe sparato al capo ultrà della Lazio. Quanto all’uomo che fugge in sella a uno scooter dopo il delitto del Diablo, al Parco degli Acquedotti, la testimone ribadisce: “sono sicura, è Raul”. I toni in aula si alzano quando inizia il contro-esame della difesa che punta a minare la credibilità della teste. “Non sono qui per mentire”, puntualizza la Bussone.