venerdì, Maggio 17, 2024

In memoria di Stefano Gaj Taché e di tutti gli altri

A quarantuno anni dell’attentato alla Sinagoga di Roma in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché e altre 37 persone rimasero ferite, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, l’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, hanno deposto delle corone di fiori nel quartiere ebraico della Capitale, ai piedi del Tempio Maggiore. “Oggi abbiamo ricordato il piccolo Stefano Gaj e tutti i feriti di quell’attentato che colpì tantissimo la città, perché fu particolarmente efferato”, ha commentato Gualtieri. “Un episodio terribile che abbiamo il dovere di ricordare costantemente, una ricorrenza che oggi cade in un momento particolarmente drammatico e triste con la mente e il cuore che non possono non andare a tutte le vittime del terribile attacco perpetrato da Hamas e ai tanti ostaggi. Oggi voglio pensare a loro e chiedere che siano liberati e restituiti ai loro affetti e famiglie”. “C’è un’attenzione costante, è stato opportunamente subito convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza da parte del prefetto, c’è un dialogo costante col ministero dell’Interno e il massimo impegno per garantire sicurezza e serenità a tutti i romani, innanzitutto a coloro che sono anche membri della Comunità ebraica a cui va tutta la nostra vicinanza e il nostro sostegno”. Ha proseguito Gualtieri, a margine della cerimonia, in merito alle misure di sicurezza che si stanno prendendo nella Capitale dopo l’attacco di Hamas in Israele. 

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