lunedì, Novembre 24, 2025

Istat: “Giovani in Italia: -23% dal 2002 al 2023, -28% al Sud”

Sempre meno giovani in Italia: nel 2023 si contano circa 10 milioni 200mila persone in età 18-34 anni; la perdita dal 2002 è di oltre 3 milioni (-23,2%). Sono i dati aggiornati Istat che fotografano il progressivo impoverimento demografico. Si tratta della più bassa incidenza sulla popolazione rispetto agli altri Stati dell’Unione europea (nel 2021 17,5%; media Ue 19,6%). Il Sud presenta una perdita ancora più netta, nonostante ce ne siano di più rispetto al Nord: la quota di chi è nella fascia di età 18-34 anni è maggiore nel Mezzogiorno (18,6%) rispetto al Centro-nord (16,9%), ma la flessione è molto severa (-28% dal 2002). I giovani sono i veri protagonisti del cosiddetto “inverno demografico”: diminuiscono – rileva l’Istat – mentre la popolazione aumenta (+3,3% dal 2002 a oggi). E’ un fenomeno attivo fin dai “baby-boomers” (nati fra il 1956-’65), ma che ha subito un’accelerazione a partire dai cosiddetti “millennials” (nati fra il 1981-’95). L’Istituto di statistica prevede che nel 2061 gli ultra-settantenni saranno il 30,7% della popolazione residente nel Mezzogiorno (18,5% nel Centro-nord). La propensione alla nuzialità  e alla procreazione ovunque si riduce: nel 2021, l’età media al primo matrimonio degli italiani èdi circa 36 anni per lo sposo (32 nel 2004) e 33 per la sposa (29 nel 2004); quella della prima procreazione per le donne è in continuo aumento (32,4 anni contro 30,5 nel 2001). Ciò – rileva l’Istat – rischia di interferire con il ciclo biologico della fertilità  e di alimentare l'”inverno demografico”

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