venerdì, Maggio 10, 2024

Tel Aviv: Nella notte bombardati 750 obiettivi di Hamas

Sono 750 gli “obiettivi militari” di Hamas che l’esercito israeliano ha colpito nella notte: lo ha reso noto un portavoce di Tsahal, dando l’aggiornamento sulle operazioni delle ultime ore. Tra gli obiettivi colpiti “12 grattacieli, tunnel sotterranei, complessi e postazioni militari, case di alti funzionari che fungevano da quartier generale, depositi di armi, sale di comunicazione e agenti nelle organizzazioni terroristiche che sono stati eliminati”. Israele ha usato bombe al fosforo bianco nei suoi attacchi contro Gaza e contro il Libano, dice un rapporto dell’organizzazione umanitaria Human Rights Watch ripreso e verificato anche dal quotidiano statunitense Washington Post. Secondo lo studio, che ha preso in esame video dei bombardamenti israeliani degli ultimi giorni, le forze armate israeliane hanno usato questo tipo di arma (proiettili da 155mm) il 10 e 11 ottobre sul porto della città di Gaza e su due località rurali lungo il confine tra Libano e Israele. L’esercito israeliano fa sapere di “non essere al momento a conoscenza” dell’uso di fosforo bianco su Gaza. Il fosforo bianco, che può avere diversi usi militari, si accende a contatto con l’ossigeno e continua a bruciare finché non è esaurito. Ha dunque un potente effetto incendiario che causa danni estesi e può bruciare vive le persone nelle vicinanze: usato in zone densamente popolate come Gaza, dove gli obiettivi militari non sono lontani da insediamenti civili, viola le leggi internazionali che proibiscono di sottoporre la vita dei civili a un rischio non necessario, ricorda Human Rights Watch. L’ONU lancia un appello urgente a donare almeno 294 milioni di dollari per rispondere ai “bisogni urgenti” degli abitanti vulnerabili della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dove più di 400mila persone sono senza casa. Gli aiuti necessari riguardano più di un milione e 200mila residenti dei territori palestinesi, precisa l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, sottolineando che le organizzazioni umanitarie non hanno più risorse per “rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone vulnerabili”.

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