sabato, Maggio 18, 2024

Strage Brandizzo, il caposquadra: “Lavoravamo sempre così”

Andrea Girardin Gibin, il caposquadra di Sigifer sopravvissuto alla tragedia di Brandizzo (Torino) del 30 agosto, in cui sono morti 5 operai, ha ripercorso quei drammatici momenti in un’intervista a la Repubblica. “Noi che eravamo sui binari facevamo quello che ci dicevano. Il nulla osta, da parte delle Ferrovie, non è mai stata una cosa così fiscale. Quando ci davano il via si cominciava a lavorare. Le carte potevano anche arrivare dopo. Si è sempre fatto così e adesso ci dicono che non si deve. A noi però non lo dicevano”, ha raccontato Girardin Gibin, che è uno degli indagati per la tragedia. La notte del 30 agosto, Antonio Massa, il tecnico di Rfi indagato dalla procura di Ivrea, “ha detto ‘È colpa mia’. Non so cosa gli sia passato per la mente”, ha aggiunto il caposquadra di Sigifer. “Come semplici operai non abbiamo il controllo della sicurezza nei cantieri. Siamo nelle mani di questi signori. Ci danno l’ok e noi facciamo. Sono loro che ci dicono cosa c’è da fare e quando iniziare. E in questo caso è andata male. Non so cosa lui abbia intuito quella sera”, ha proseguito Girardin Gibin. Il dolore del caposquadra di Sigifer Il caposquadra di Sigifer non riesce a darsi pace per i colleghi morti: “La nostra era una squadra affiatata. Erano i miei ragazzi. Li conoscevo e volevo bene a tutti. Lavoravamo, ma andavamo anche a cena. Li vedo ancora lì, su quel binario. Non riesco a togliere quella scena dalla mente. Oggi non resisto più al suono di un treno che passa. Non riesco più a vederne uno. Nemmeno in tv. Perché la testa mi torna lì. A quel momento. Non sto bene. Vado dallo psicologo una volta a settimana. Non è per niente facile andare avanti”. “Sono vivo. Ma non so se sia fortuna o un miracolo. Ero a lavorare con loro. Ero rivolto verso il treno. Ho visto una luce e quando sono saltato fuori dalla ferrovia e mi sono girato, il treno stava ancora passando. Bastava un secondo in più ed ero morto”, ha poi affermato. Girardin Gibin è critico sulla decisione di Rfi che ha tolto i lavori alla Sigifer: “È un accanimento sugli operai che non possono fare niente. Prima si vede come finisce l’inchiesta e poi si prendono i provvedimenti”.

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