lunedì, Maggio 6, 2024

Dopo il caso Giambruno la nuova figuraccia della Meloni per la scherzo telefonico con i comici russi

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata vittima di uno scherzo telefonico da parte di un duo comico russo, Vovan & Lexus. I due, all’anagrafe Vladimir Kuznetsov e Alexey Stolyarov, vicini all’intelligence del Cremlino, nella telefonata fake risalente al 18 settembre, nella quale si sono spacciati per leader africani, hanno discusso di politica estera. “C’è stanchezza”, ha risposto il premier in merito alla guerra in Ucraina. La registrazione della conversazione è stata postata sulla piattaforma online canadese Rumble e ripresa dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Il rammarico di Palazzo Chigi per l’inganno subito da chi “si è spacciato per il presidente della Commissione dell’Unione Africana” e le reazioni politiche.
“C’è molta stanchezza da tutte le parti” sul conflitto in Ucraina e “si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita”. E’ quanto ha affermato Giorgia Meloni in una telefonata “fake” con i due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov), uno dei quali si è spacciato per un “politico africano”.
“Il problema – afferma l’interlocutrice che viene presentata come Meloni, rispondendo alla domanda su che cosa pensi del conflitto, alla luce anche dei colloqui avuti con il presidente americano Joe Biden e altri – è trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti senza distruggere la legge internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo”.
“La controffensiva dell’Ucraina non sta andando come ci si aspettava”, afferma ancora l’interlocutrice, e “non ha cambiato il destino del conflitto”. Quindi “tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare una soluzione”. Gli ucraini, comunque, aggiunge, “stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli”. Tutti i soldi dell’Ue vanno in Ucraina ora? “Quello su cui sto lavorando è fare in modo che vadano anche in Africa”, sottolinea ancora Meloni.Una parte della conversazione è dedicata all’arrivo degli immigrati sulle coste italiane: “L’Europa – afferma l’interlocutrice – ha pensato per un sacco di tempo che poteva risolvere il problema limitandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La dimensione di questo fenomeno è tale che coinvolge non solo la Ue, ma a mio parere anche l’Onu. Il problema è che gli altri non se ne curano e tutti concordano che l’Italia deve risolvere questo problema da sola, è un modo di pensare stupido”.
Ma “la situazione è un po’ complicata, è molto difficile per noi da gestire. Dall’inizio dell’anno, abbiamo avuto più di 120mila persone arrivate soprattutto dalla Tunisia. La situazione è molto difficile da ogni punto di vista: il lato umanitario, il lato logistico e il lato della sicurezza. Quello che vedo è che questo flusso rischia di crescere per la situazione in Africa, soprattutto nel Sahel ma anche il problema del grano. Noi stiamo lavorando con l’Unione europea per un memorandum con la Tunisia”, dice la premier. C’è poi anche un breve cenno alla Libia. “Potremmo discutere per ore – afferma la voce attribuita a Meloni – su cosa è successo in Libia. Forse oggi qualcuno capisce che la situazione del dopo non è stata così buona, non è stata migliore, dobbiamo far funzionare il nostro cervello”. Da Palazzo Chigi rammarico dei diplomatici per la telefonata fake “L’Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore, che si è spacciato per il presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il presidente Meloni. L’episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dal presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre”. Così Palazzo Chigi in una nota. Nonostante il tentativo di farle dire frasi “scomode”, Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri. Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina e le politiche italiane di contrasto all’immigrazione illegale, concludono fonti vicine ad ambienti di governo.
Le reazioni politiche “Che figuraccia per l’Italia e per Giorgia Meloni. Due comici russi hanno beffato Palazzo Chigi e hanno parlato con il premier spacciandosi per leader africani. Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialità così devastante che fa fare una figuraccia non solo alla Meloni ma alla Repubblica Italiana”. Lo scrive sui social il leader del Pd, Matteo Renzi. “Due considerazioni: 1. Nel metodo. Meloni deve farsi aiutare. Se questo è il livello della sua squadra, proprio non ci siamo. E basta di dar sempre la colpa a qualcun altro. E’ in gioco la credibilità del Paese, possiamo smetterla con queste planetarie figure barbine? 2. Nel merito. Giorgia Meloni dice che nessuno ascolta le sue proposte e che altri leader neanche le rispondono. Se è vero, è segno di debolezza. Se non è vero, peggio mi sento. Premier deve finirla con questo vittimismo cosmico per cui lei è sempre oggetto di cattiverie e complotti. Porti le sue idee e smetta di dire che tutti ce l’hanno con lei. Se gli altri non le rispondono, faccia uno sforzo di serietà. Qui è in gioco la credibilità dell’Italia, basta coi dilettanti”.
“La pezza peggio del buco. Un comico russo si spaccia per il segretario dell’Unione africana e si fa passare al telefono la premier del nostro Paese. Giorgia Meloni, pensando di parlare con un diplomatico di rango, si intrattiene sui dossier più caldi del contesto globale. Per la verità, al di là della distanza tra la retorica che usa in pubblico e l’approccio più misurato e realistico che usa al telefono, non dice nulla di sconveniente. Fatto sta che la leader di un Paese importante come l’Italia discorre inconsapevole di questioni delicate con uno sconosciuto, con tutte le implicazioni diplomatiche e di sicurezza del caso. Evidentemente il suo staff è stato ‘bucato'”. Lo scrive sui social il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
“Avete visto cosa è successo? Giorgia Meloni, credendo di avere un colloquio telefonico con un alto diplomatico africano, in realtà ha parlato della nostra politica estera e di altri dossier delicati con due comici russi. Sono emersi fatti molto gravi”. Così il leader del M5S, Giuseppe Conte, sul suo canale WhatsApp dopo lo scherzo telefonico al premier Giorgia Meloni da parte del duo di comici russi, Vovan e Lexus.
“Sembra l’inizio di una barzelletta ‘c’erano un russo, un africano e un italiano…’ ma purtroppo è la triste realtà e l’italiana era proprio il premier Meloni. Mi chiedo come sia possibile che uno sconosciuto chiami il centralino di Palazzo Chigi spacciandosi per un politico africano, si faccia passare il premier Meloni e conversi amabilmente con lei di politica estera e altro”. Lo scrive in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. “Che vergogna! Quanto accaduto è lo specchio di come l’Italia è gestita, ovvero in modo approssimativo e imbarazzante, alla stessa maniera di come viene gestita l’organizzazione di Palazzo Chigi. Meloni ingannata da due comici russi allo stesso modo di come lei inganna gli italiani da un anno al governo. Come può stare tranquillo il Paese se abbiamo una premier che risponde a sconosciuti e si fa prendere in giro da tutto il mondo, trasformando il governo e lei stessa in una barzelletta?”.
“E’ chiaro che ci sono stati grossolani errori nello staff a Palazzo Chigi ma evitiamo strumentalizzazioni e polemiche, almeno sulla politica estera”. Lo afferma sui social il Capogruppo Az – Iv in Commissione Esteri e Segretario del Copasir Ettore Rosato, riguardo lo scherzo telefonico. “Voglio difendere l’Italia, non Giorgia Meloni, che anche in quel contesto non arretra sul sostegno all’Ucraina e sulla piena responsabilità della Russia. Rimane grave – secondo Rosato – che si sia potuto esporre il presidente in questo modo e chiederemo che a tutela dell’interesse di tutti, non della maggioranza, si faccia chiarezza e si individuino le responsabilità”.
“Il Paese con Giorgia Meloni è così al sicuro che basta telefonare a Palazzo Chigi, spacciarsi per un leader africano e parlare direttamente con lei di questioni geopolitiche fondamentali. Ma non c’è troppo da scherzare. Chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza delle comunicazioni del nostro presidente del Consiglio ha esposto il Paese a un grave pericolo oltre che al ridicolo. E allarma ancora di più che a tendere questa trappola siano stati due comici russi: Giorgia Meloni venga in Parlamento a spiegare davanti agli italiani come è stata possibile questa grave falla nella sicurezza di Palazzo Chigi e se il sostegno all’Ucraina da parte dell’Italia resta immutato. Una cosa è certa: se questo è il modo in cui Giorgia Meloni lavora al Piano Mattei, allora siamo proprio in una botte di ferro”. Lo afferma il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.
“Devono essere messi davvero male i russi e la loro macchina della propaganda se ricorrono ai mezzucci di camuffare la voce e spacciarsi per diplomatici africani”.Lo dichiara Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario del gruppo di Fdi alla Camera. “Se non stessimo vivendo una situazione drammatica ci sarebbe da ridire, ma purtroppo il contesto internazionale così delicato non lo permette. Anzi il duo comico russo, protagonista di questa vicenda, non ha fatto ridere proprio nessuno. Ha messo in evidenza quanto sia imbarazzante la situazione di guerra per la Russia. Al di là di questo spiacevole evento, ancora una volta Giorgia Meloni ha ribadito con forza che l’Italia ha una linea diplomatica chiara, al fianco dell’Ucraina e dell’Occidente. Infatti, in un frangente storico in cui troppo spesso ascoltiamo i leader dei partiti di opposizioni ricorrere in politica estera ai ‘ma anche’, la linearità e la lucidità della politica estera di Giorgia Meloni risaltano ancora di più”, conclude Speranzon.
Schlein: “A rischio il profilo politico Paese, non accada più” Sulla vicenda è intervenuta anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Ciò che è successo è piuttosto sconcertante, per il governo e per l’Italia. Non ha funzionato l’attività di filtro e verifica preliminare alla telefonata ponendo in serio imbarazzo il nostro Paese. Non basta la nota di spiegazione di Palazzo Chigi, è necessario che il governo rassicuri Parlamento e Paese affinché situazioni di questo tipo, che rischiano di mettere a pregiudizio la nostra immagine e il nostro profilo politico sul piano internazionale, non si verifichino più”.

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