martedì, Maggio 7, 2024

A.I, da Londra parte la sfida: test su nuovi modelli. La Meloni: “Non fermare innovazione, ma trovare punto di caduta

“Nessuno intende fermare l’innovazione o tornare all’epoca nella quale gli operai rompevano le macchine e qualcuno voleva fermare i treni a vapore”. Lo ha detto Giorgia Meloni in occasione del summit sull’intelligenza artificiale a Bletchley Park, in Gran Bretagna. “L’innovazione non va certo fermata – ha precisato il premier -, ma dobbiamo porci il problema che l’intelligenza artificiale rischia di essere un enorme acceleratore di ricchezza solo per pochi e a noi spetta di individuare il punto di caduta tra l’interesse di un governo, cioè ricchezza diffusa e posti di lavoro, e quello dell’impresa, cioè la massimizzazione dei profitti”. Al summit di Bletchley Park, luogo simbolo dove il team di Alan Turing creò la macchina per la decrittazione di Enigma, Giorgia Meloni ha ribadito l’appello lanciato più volte, anche all’assemblea generale dell’Onu, per una regolamentazione del settore: “Serve un quadro normativo adeguato altrimenti rischi enormi potrebbero derivare dal considerare le applicazioni dell’Intelligenza artificiale come “zone franche senza regole”. E l’AI Safety Summit organizzato da Rishi Sunak si è chiuso con quello che il primo ministro britannico ha annunciato come un “accordo storico con le aziende del settore”. “Potremo testare la sicurezza dei nuovi modelli di AI prima che siano rilasciati”, ha spiegato nella conferenza stampa a conclusione della due giorni di confronto fra governi, società specializzate ed esperti. L’obiettivo è accelerare sulla ricerca. Poi servirà uno sforzo di regolazione multilaterale, e in quest’ottica 28 Paesi hanno firmato la dichiarazione finale, accogliendo l’input di Sunak a uno sforzo per cercare di “padroneggiare i rischi” che “nessuno può contrastare da solo”, a fronte delle enormi potenziali opportunità.  Anche per il presidente del Consiglio italiano l’IA può portare “grandi opportunità” ma allo stesso tempo “enormi rischi” che comprendono, tra le altre cose, “discriminazioni, intrusioni nella nostra vita privata, fino ad arrivare ad atti criminali”, perché gli LLM-Large Language Model potrebbero essere utilizzati per “produrre armi, danni biologici a bassa tecnologia, attacchi informatici, facilitare la personalizzazione del phishing”. Quella dell’AI è una “rivoluzione”, ha sottolineato Meloni, ma rispetto a quelle del passato prefigura un mondo in cui il progresso “non ottimizza più le capacità umane, ma rischia di sostituirle”, anche per i lavori intellettuali. Non solo, questa nuova tecnologia è destinata a “incidere marcatamente sugli scenari geopolitici e sugli equilibri attuali” creando disparità tra i Paesi da cui “possono nascere tensioni, se non addirittura conflitti”. La “priorità numero uno” è dunque fare in modo, superando la “lentezza decisionale”, che l’AI sia “incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo” con “meccanismi di governance multilaterali” ispirati all'”algoretica”, ovvero l’etica agli algoritmi. L’intelligenza artificiale – ha assicurato Meloni – è tra le “priorità strategiche” del governo italiano che lavora per completare il Piano Strategico Nazionale per l’AI e per costituire un “Fondo specifico per sostenere le start-up italiane che operano nel settore”. Il tema sarà anche al centro della prossima Presidenza italiana del G7 per “favorire una governance condivisa, coinvolgendo sia il settore pubblico sia quello privato”. Per Meloni è anche “molto importante” che l’AI “non crei un divario ancora più grande tra i ricchi e i poveri” e in particolare – ha detto – “siamo molto preoccupati per la classe media” che “rischia di essere cancellata”. A questo proposito, ha annunciato il premier, “durante il G7 terremo a Roma una Conferenza internazionale su intelligenza artificiale e lavoro, alla quale vorremmo partecipassero studiosi, manager ed esperti di tutto il mondo che avranno l’opportunità di discutere metodi, iniziative e linee guida per garantire che l’AI aiuti e non sostituisca chi lavora, migliorandone invece le condizioni e le prospettive”.

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