martedì, Aprile 30, 2024

Bologna, arrestati tre ambientalisti: avevano bloccato la tangenziale

Tre degli undici attivisti di Ultima generazione, che giovedì mattina hanno bloccato la tangenziale di Bologna, sono stati arrestati con le accuse di violenza privata aggravata e interruzione di pubblico servizio. Venerdì alle 10 si svolgerà in Tribunale la direttissima, mentre il movimento ambientalista si riunirà davanti al palazzo di giustizia per un sit-in di protesta. “L’arresto di oggi – fa sapere Ultima generazione – è un attacco alla nostra democrazia. E’ bastata una proposta di legge ad hoc presentata alla Camera a firma della Lega in cui si propone di introdurre un nuovo reato per il blocco stradale, punito col carcere, per sentirne già le conseguenze”. Gli altri 8 ambientalisti sono stati denunciati a vario titolo per interruzione di pubblico servizio, violenza privata, manifestazione non autorizzata, attentato alla sicurezza dei trasporti, danneggiamento in concorso e istigazione a delinquere. Due dei tre attivisti finiti in manette si erano cosparsi le mani con del cemento a presa rapida in modo da rimanere bloccati sull’asfalto e si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco e dei sanitari del 118 per liberarli. L’arresto per violenza privata aggravata – oltre all’accusa di interruzione di pubblico servizio aggravata – sarebbe dovuto al fatto che i tre attivisti bloccando la tangenziale hanno messo a rischio la loro incolumità e quella degli automobilisti. Inoltre i tre, secondo la Questura, sono ritenuti i promotori dell’azione di protesta e hanno preso parte ad azioni simili in passato. Il movimento ambientalista ha fatto sapere che i tre giovani arrestati sono una ricercatrice universitaria e due capi scout. “Silvia, Mida ed Ettore – scrive in una nota Ultima generazione – sono tutti e tre residenti e inseriti nel tessuto sociale bolognese. Sono persone comuni che hanno deciso di prendere posizione attraverso un atto di disobbedienza civile nonviolenta per il futuro della loro città, denunciando così l’ipocrisia di un governo e di una regione che preferisce fare guadagnare profitti alle aziende autostradali piuttosto che risarcire i propri cittadini dopo una catastrofe”. Tutti e undici gli attivisti sono stati anche sanzionati per blocco stradale. Gli attivisti sono entrati in azione giovedì mattina a Bologna con due manifestazioni di “disobbedienza civile non violenta” sulla Tangenziale e nella sede della Regione. La prima protesta, ha riguardato un blocco stradale che ha avuto inizio alle 8.40 lungo la tangenziale nord di Bologna, in direzione Milano, tra l’uscita 7 bis e 8, dove nove manifestanti hanno srotolato uno striscione arancione con la scritta ‘Fondo Riparazione’ e due di loro, due ragazze hanno incollato le mani sull’asfalto con del cemento a presa rapida. La seconda azione si è svolta più o meno in contemporanea, verso le 8.30 quando tre attivisti sono entrati nel Palazzo della Regione Emilia-Romagna, hanno richiamato l’attenzione con degli allarmi, hanno versato coriandoli sul pavimento, esibendo striscioni con la scritta ‘Fondo Riparazione’, chiedendo ai rappresentanti regionali di riceverli e ascoltarli e interloquendo con la consigliera regionale Piccini prima dell’arrivo delle forze dell’ordine giunte verso le 9.

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