giovedì, Maggio 2, 2024

“Don Mimmo, siamo senza parole”

Ieri mattina si sono svolti i funerali per l’ultimo solenne saluto a Don Domenico Giannandrea. Il Parroco di San Francesco d’Assisi di Cerenova non verrà dimenticato. È arrivato all’anima e al cuore della sua comunità. E ieri mattina ne è stata dimostrazione la folla di persone che ha partecipato alla funzione. L’ingresso della Chiesa era praticamente invalicabile. Impossibile prendere posto all’interno, era infatti possibile seguire la messa attraverso il maxi schermo montato nel piazzale all’ingresso della struttura di via Benedetto Marini. La funzione è iniziata con le testimonianze delle persone più vicine a Don Mimmo, dai famigliari alle istituzioni, per poi proseguire con la funzione religiosa. Una cerimonia durata più di due ore. All’esterno si è dovuta interrompere la trasmissione sul maxi schermo a causa della pioggia che per pochi minuti ma violentissimi, non ha concesso alle centinaia di persone radunate di rimanere. Se non per farvi ritorno appena passata. La comunità di Cerenova era presente nella sua totalità. Da cittadini comuni fino alle istituzioni militari e comunali. Segno tangibile di quanto bene abbia fatto Don Domenico per Cerveteri da vent’anni a questa parte. Prima per la Santa Maria Maggiore poi per la S. Francesco D’Assisi, Don Mimmo è stato un vero e proprio punto di riferimento. Così come hanno voluto ricordarlo proprio i suoi cari della “famiglia” di Cerenova attraverso il sito ufficiale della Parrocchia: “Carissimo Don Domenico… Senza parole… Non ce ne sono per descrivere l’immenso vuoto che la perdita del nostro carissimo parroco Don Domenico ha lasciato in tutti noi. Mai e poi mai neanche nei più nascosti recessi della mente mi sarei aspettata di dover scrivere qualcosa sulla sua scomparsa. Inimmaginabile. E i sentimenti avvertono l’urgenza di un nuovo linguaggio per esprimere il dolore forte, sordo e pungente che ha colpito in questi giorni tutta la Comunità di Marina di Cerveteri, credenti e non credenti, praticanti e non praticanti, grandi e piccoli. Come si fa a parlare di una persona così, così….In genere in questo necrologi si tende ad abbellire il vissuto di chi non c’è più e quindi si dirà che era buona, generosa, empatica, carismatica, fedele, aperta, benvoluta, attenta, colta: insomma una bella persona. Ma se invece tutto questo era vero nel caso del nostro amato Don?  come descriverlo in poche banali righe… Come riassumere tutta una vita dedita agli altri, ma soprattutto a Gesù! L’inesauribile aneddotica sui suoi anni trascorsi solitariamente al seminario, il suo distacco forzoso e forzato dalla sua numerosa famiglia pugliese calda e rassicurante, con le braccia sempre accoglienti dell’amata mamma Maria colorivano qua e là i suoi discorsi, battute salaci ma sempre pertinenti, a volte riprese anche nelle sue appassionanti omelie. Lui era veramente così… un uomo di Dio. Non senza difetti, ovviamente, ma sempre improntati al massimo bene comune che quasi li trasformava in pregi. Che fatica scrivere queste poche righe, quanta insondabile tristezza hai lascato nei nostri cuori… dove pur con tanta pazienza e tanto spirito cristiano hai cercato di infondere il valore supremo, quello della fede, un bene prezioso e unico a cui ora dovremo fare ricorso se non vogliamo sprofondare nell’abisso del “e ora?”  Come faremo a camminare senza la tua mano sicura, la tua gentile ma ferma convinzione che “insieme” è meglio, che l’unione (quella vera) fa scalare montagne? Come sarà questo Natale senza di te, senza i tuoi vibranti commenti alle sante messe cui sempre con letizia e amore ti approcciavi? E tutti i nostri ritiri spirituali, i tanti Campi estivi con i giovani e i bambini?  Le tue parole di conforto, di incoraggiamento, la tua bonaria e accattivante attitudine all’ascolto (quello vero e sincero dell’altro) e l’invito al ragionamento e alla quiete dopo tempeste personali e interpersonali. Sarà veramente una strada in salita, senza te alla lectio divina che era seriamente una lezione di conoscenza, di passione per questo Vangelo che declamavi e snocciolavi con sapienza, come noi certe battute da trasmissione televisiva. Una profondità di pensiero e di studio che trasferivi con leggerezza anche nei tuoi tanti e perfetti articoli per il giornalino parrocchiale che fino all’ultimo, benché conscio di quello che avresti dovuto affrontare e che avevi una paura matta di affrontare hai voluto però onorare per non mancare all’appuntamento e che pur non avendo mai dichiarato apertamente evidentemente apprezzavi e seguivi con interesse. In effetti non sei mai stato molto complimentoso anzi… ma quelle tue parole a volte precise e taglienti penetravano nelle menti e nel cuore e spesso facevano male ma ti costringevano a riflettere altroché se facevano riflettere! Ma non eravamo pronti a lasciarti andare, non eravamo pronti alla tua assenza; ci hai lasciato come orfani senza un padre, senza una figura di riferimento spirituale e umana.  Ci hai insegnato moltissimo, sono stati diciotto anni intensi, fondamentali per la crescita individuale e di generazioni di giovani e giovanissimi e noi lo custodiremo come un tesoro prezioso, inestimabile per una sana e felice costruzione di rapporti, di relazioni tra tutti noi.  E allora adesso basta con le parole: tu sei lassù e come recitavi sempre alla fine di ogni funerale la preghiera di Sant’Agostino questa disperatamente a te dedicata  “Se mi ami non piangere! Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, e in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti se mi ami. Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio, dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto. Mi è rimasto l’affetto per te: una tenerezza che non ho mai conosciuto. Sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato. Ora l’amore che mi stringe profondamente a te, è gioia pura e senza tramonto. Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così!

“Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine, pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità. Non piangere più, se veramente mi ami!” Sant’Agostino

Pascucci: “Ti credevo immortale”

Anche Alessio Pascucci, ex Sindaco di Cerveteri, presente tra gli altri ieri mattina ai funerali, in un lungo post sul proprio profilo Facebook, ricorda Don Domenico Giannandrea. “Ci sono delle cose che non avresti mai pensato di fare. Una è questa: scrivere un messaggio di saluto a don Mimmo. E non è per via dell’età, ma per l’energia che emanava. Non avevo mai preso in considerazione l’idea che un giorno potesse morire. Lo credevo immortale. Don Mimmo è stato molto di più di un semplice sacerdote della nostra Cerveteri. È stato un uomo buono. Legato alla comunità. E, per me, un caro amico. Metteva sempre gli altri al primo posto. Tutti, senza dare mai giudizi, senza pensarci due volte. Chiunque andasse da lui a chiedere aiuto, trovava la sua porta aperta. Non si contano le volte che nei miei anni da Sindaco, don Mimmo mi ha chiamato per indicarmi delle situazioni di disagio, di difficoltà, per segnalarmi famiglie che avevano bisogno di qualche tipo di supporto. Non si dava pace. Se qualcuno non aveva un posto dove dormire, se c’era bisogno di farmaci, di cibo, di pagare bollette. E, lui per primo, si adoperava per risolvere il problema, mai delegandolo agli altri. Mi mancheranno così tante cose di lui. Più di tutti forse la sua sottile intelligenza, la sua capacità di analizzare quello che gli accadeva intorno, nel piccolo della nostra città o nel macrocosmo degli avvenimenti mondiali. Mi mancherà il suo sorriso, sempre presente anche quando le avversità lo avevano messo alla prova (e tante volte è successo durante il suo percorso); la sua profonda umiltà, che lo faceva sempre sentire ultimo anche quando magari i problemi lo riguardavano personalmente. Mi mancherà il suo amore sconfinato per la comunità che si trovava a servire (come avrebbe detto lui). Quella scintilla che aveva riacceso da subito intorno alla parrocchia San Francesco d’Assisi, riuscendo a far avvicinare giovani e giovanissimi, in un momento storico in cui nessun altro sembrava riuscirci. Mi mancherà la sua profonda paura quando durante i festeggiamenti per la festa dell’Assunta (attenzione: mai dire Ferragosto davanti a don Mimmo) la paura nel salire sulla barca per andare a rendere omaggio alla statua della Madonnina posta sott’acqua (ma vinceva ogni ostacolo in nome del suo dovere). Ma più di tutti mi mancheranno i suoi consigli. Don Mimmo sapeva ascoltare. Con pazienza, attento a ogni singola parola. A volte, la sua posa statica accompagnata dagli occhi chiusi, poteva trarre in inganno e far sembrare che stesse pensando ad altro. Invece lui ascoltava tutto. Poi, dopo qualche istante di riflessione, sapeva sempre dire le parole giuste. Ci ha insegnato ad affrontare la morte in modo diverso. Con quella preghiera che leggeva sempre alla fine dei funerali (“non piangere, se mi ami”) e chiedendoci di uscire per battere le mani al feretro (“non vogliamo fare un omaggio alla morte – diceva sempre – non siamo così sciocchi”), regalando al defunto l’ultimo suono umano. Oggi proveremo a non piangere, ma non sarà facile. Ricambieremo questo gesto che ci hai insegnato e il tanto amore che ci hai sempre saputo donare, don Mimmo. Saremo lì per un ultimo saluto fuori da quella chiesa che per noi resterà sempre la tua. Chissà se sapremo essere in grado di portare avanti il messaggio che ci hai tanto pazientemente lasciato. Sicuramente ti dobbiamo il mettercela tutta. Alla sofferenza per la tua prematura dipartita, voglio però contrapporre l’idea che tu stia insieme a tua mamma, che amavi così tanto, nel luogo della pace. E so che starai già rimboccandoti le maniche. Dopotutto, non ho nessun dubbio, se ti hanno chiamato anzitempo, significa che serve davvero una mano seria. Buon viaggio e buon riposo. So che continuerai a vegliare su di noi. Ora che non ci sei, ne avremo ancora più bisogno”.

Articoli correlati

Ultimi articoli