mercoledì, Maggio 15, 2024

Caso Regeni, il 4 dicembre riparte il processo dopo lo sblocco della Consulta

Il ricercatore Giulio Regeni brutalmente ucciso in Egitto nel 2016

Ripartirà il prossimo 4 dicembre, dopo lo sblocco della Consulta, l’udienza preliminare relativa al caso di Giulio Regeni, il ricercatore sequestrato e brutalmente ucciso al Cairo nel 2016.  Gli imputati sono sempre gli stessi: quattro 007 egiziani che fino ad ora non sono mai comparsi alla sbarra: si tratta di Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Il caso ha creato non poche crisi diplomaiche nei rapporti tra Roma e il Cairo in 7 lunghi anni di tentativi alla ricerca della verità. Il gup di Roma ha fissato l’udienza dopo la notifica delle motivazioni con cui la Consulta ha dichiarato illegittimo l’articolo 420-bis, comma 3, del Codice di Procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice possa procedere in assenza per i delitti commessi mediante atti di tortura. E quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo. La Consulta ha osservato, con la decisione, che la paralisi sine die del processo per i delitti di tortura commessi da agenti pubblici, quale deriverebbe dall’impossibilità di notificare personalmente all’imputato gli atti di avvio del processo medesimo a causa della mancata cooperazione dello Stato di appartenenza, ”non è accettabile, per diritto costituzionale interno, europeo e internazionale” e sarebbe ”un’immunità de facto”, che offende i diritti inviolabili della vittima (art. 2 Cost.), il principio di ragionevolezza (art. 3 Cost.) e gli standard di tutela dei diritti umani, recepiti e promossi dalla Convenzione di New York (art. 117, primo comma, Cost.). 

Articoli correlati

Ultimi articoli