martedì, Novembre 25, 2025

Migranti, il cardinale Zuppi: “L’accordo con Albania rispetti i diritti umani. Serve azione corale”

Uno sguardo a 360 gradi sui temi che coinvolgono l’Italia e il mondo in questa difficile congiuntura, quello del presidente della Conferenza Episcopale Italiana cardinale Matteo Zuppi all’assemblea generale straordinaria della Conferenza ad Assisi. Migranti: “L’esternalizzazione non può essere la soluzione”.Il più urgente, quello dei migranti. “Non abbiamo ancora tutti gli elementi per comprendere come sarà realizzata la creazione dei centri in Albania per i richiedenti asilo. Auspichiamo che i diritti umani dei richiedenti asilo siano rispettati”, ha chiesto il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi nella sua prolusione che ha aperto i lavori della 78esima Assemblea generale della Cei. “Riaffermiamo che sui migranti serve un’azione dell’Europa corale, comune e condivisa dove l’esternalizzazione non può essere la soluzione”, ha poi detto il porporato auspicando “un’Europa consapevole, responsabile e davvero unita e solidale, che non lasci l’Italia da sola. Le due bandiere, italiana ed europea, esposte sui nostri edifici, suggeriscono ai concittadini che l’Unione non è un accessorio, ma un modo di pensare l’Italia, pienamente se stessa ed europea”, ha aggiunto.Ricordando come quella migranti sia una “realtà non semplice da gestire politicamente”, ha detto che, comunque, questa “deve crescere nella coscienza dei cittadini e degli attori della politica. È una necessità che scaturisce dal confronto con il mondo globale, con i giganti protagonisti della sua scena: preserva la nostra cultura, le nostre radici cristiane e umanistiche, un modo di vivere e di sentire, pluralistico, ma anche interconnesso, che pone la persona al centro e che ha sviluppato diritti e libertà, doveri e solidarietà, in modo inedito nella storia”, ha detto.”Guardando al futuro del nostro Paese, alla crisi della natalità che da anni suscita grande preoccupazione ma non altrettante risposte, penso alla presenza di persone di origine non italiana, giunte qui emigrando: i loro figli, cresciuti con i nostri, parlano la nostra lingua e si pensano tra noi. Nessun governo finora ha posto mano seriamente a dare la cittadinanza a chi cresce in Italia, per offrire l’orgoglio di sentirsi pienamente parte di una comunità della quale vivere diritti e doveri”. Il cardinale Zuppi ha poi espresso preoccupazione per gli episodi di antisemitismo in Europa e in Italia. “Preoccupa, in queste ore, il risorgere dell’antisemitismo. Sappiano i nostri fratelli ebrei italiani che la Chiesa non solo è loro vicina, ma che considera ogni attacco a loro, anche verbale, come un colpo a sé stessa e un’espressione blasfema di odio”, ha detto il porporato. “Non resteremo indifferenti! – ha poi aggiunto – La fine dell’antisemitismo è un impegno educativo, religioso e civile della Chiesa italiana, che non sottovaluta i rigurgiti di odio e razzismo, per chiunque. La pace – ha poi concluso Zuppi – ha il primato nei nostri pensieri e nelle nostre azioni”. “Il brutale attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre scorso ha dolorosamente e vilmente colpito Israele con tanti morti innocenti e il seguito dei rapiti nelle mani dei terroristi, sulla cui sorte trepidiamo e chiediamo siano restituiti alle loro famiglie”, afferma il cardinale. Ricordando poi la reazione militare d’Israele contro Hamas sulla striscia di Gaza. Questa a sua volta ha causato al popolo palestinese, in gran parte profughi, migliaia di vittime innocenti, molti dei quali bambini, Zuppi aggiunge: “Le lacrime sono tutte uguali. Ogni uomo ucciso significa perdere il mondo intero”, e “l’odio non deve mai giustificare la violenza contro gli innocenti”. Il cardinale si è poi concentrato sulla situazione italiana, partendo dalle questioni politiche. Un passo del suo lungo discorso ai vescovi italiani è stato dedicato proprio al progetto di riforma costituzionale avanzato da governo e maggioranza di centro-destra e che tante polemiche sta suscitando. “L’Italia, in un momento così delicato economicamente e socialmente, sta discutendo su un tema impegnativo, la riforma costituzionale. Ho già detto, in un precedente intervento, – ha affermato Zuppi – che per un’efficace riforma, che tocca meccanismi delicati del funzionamento della democrazia, è indispensabile creare un clima costituente, capace di coinvolgere quanto più possibile le varie componenti non solo politiche, com’è ovvio e come fu all’origine della Costituzione, ma anche culturali e sociali”, ha detto il porporato.”Siamo ancora lontani da questo e non posso che ripetere l’invito, perché la Costituzione sia di tutti e sia sentita da tutti”, visto che, ha aggiunto Zuppi, “Costituzione significa anche questo: statuire insieme, perché non si vive di solo presente e per costruire il futuro anche il passato, la nostra storia democratica, può offrire una lezione di sapienza”. Da qui la richiesta, già avanzata un anno fa dai vescovi italiani che “valutando con preoccupazione il progressivo astensionismo”, e per “recuperare la partecipazione dei cittadini” si “inizi dalla riforma della legge elettorale, che tanti esponenti politici di ogni parte, giuristi e autorevoli personalità hanno giudicato da cambiare”. “Per questo – ha spiegato ancora il presidente della Cei – parlavo di un clima costituente che sia coinvolgente: bisogna riaffezionare gli italiani alla Repubblica, alla casa comune. Se i legami sociali si allentano, è invece necessario rafforzarli, sentendosi parte di un destino comune”, ha concluso. “Urgente il tema della povertà”. Uno sguardo infine preoccupato quello sulla crescente povertà. “Come sta la nostra Italia? Gli ultimi dati Istat ci dicono che nel nostro Paese nel 2022 i poveri assoluti sono il 9,7% del totale della popolazione, cioe’ quasi 5 milioni 700mila persone. E, dato ancor piu’ allarmante, tra questi poveri rientra il 21% delle famiglie con 3 o piu’ figli minori”. “Particolarmente urgente – osserva ancora Zuppi – è diventata la ‘questione casa’: il costo di mutui e affitti rischiano di strozzare molte famiglie che hanno lavori precari e sottopagati. Sentiamo la necessità di una ‘politica’ della casa che interpelli tutti. Nelle città turistiche si preferisce guadagnare trasformando gli appartamenti in B&B piuttosto che affittare a prezzi calmierati alle famiglie o a studenti fuori sede. La somma di egoismi fa perdere di vista il rapporto tra la proprietà e il bene comune, tra i beni privati e la destinazione universale dei beni”.

 

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