sabato, Maggio 18, 2024

Inflazione, l’Istat rivede al ribasso le stime per ottobre a +1,7%

L’inflazione è in calo a ottobre rispetto al mese precedente: secondo le stime Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività al lordo dei tabacchi ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base mensile. Su base annua, invece, l’aumento è dell’1,7% (mentre la stima era di +1,8%) dal +5,3% nel mese precedente. A ottobre frenano anche i prezzi del carrello della spesa: da +8,1% a +6,1% quelli di beni alimentari, per la casa e la persona, e da +6,6% a +5,6% quelli ad alta frequenza d’acquisto. Il netto calo dell’inflazione di ottobre 2023 non si registrava da luglio 2021 (+1,9%). La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, “in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si erano registrati forti aumenti dei prezzi del comparto”, ha commentato l’Istituto di statistica. Più contenuta è la flessione dell’inflazione di fondo, che a ottobre si attesta al +4,2% (dal +4,6% di settembre). La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -31,7%) e, in misura minore, di quelli degli alimentari non lavorati (da +7,7% a +4,9%) e lavorati (da +8,9% a +7,3%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4%). Si arresta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (nulla la variazione tendenziale da +6,0%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,1% da -1,9% di settembre). Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli energetici non regolamentati (-1,9%), dei servizi culturali, ricreativi e per la cura della persona (-0,9%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,6%). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,1% su base mensile e di 1,8% su base annua (in netta decelerazione da +5,6% di settembre). Quest’anno l’economia europea ha perso slancio in un contesto caratterizzato da un costo della vita elevato, da una domanda esterna debole e da una stretta monetaria. Mentre si prevede una graduale ripresa dell’attività economica in futuro, le previsioni autunnali della Commissione europea rivedono la crescita del Pil dell’Ue al ribasso rispetto alle proiezioni estive. La Commissione Ue, nelle previsioni economiche di autunno, rivede allo 0,7% l’attesa della crescita del Pil italiano nel 2023, rispetto allo 0,9% indicato nelle precedenti previsioni. Viene rivista al rialzo allo 0,9% l’attesa per il 2024, indicato in precedenza allo 0,8%. Nel 2025 l’economia crescerà invece dell’1,2%. Le previsione della Commissione Ue sono state confermate anche dal commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni. “Quest’anno la crescita economica in Italia ha segnato un rallentamento, con i consumi compressi dall’elevata inflazione e gli investimenti che hanno iniziato a contrarsi dopo l’espansione post pandemica. Dopo una crescita modesta dello 0,7% quest’anno, è attesa una moderata accelerazione al più 0,9% nel 2024 e al più 1,2% nel 2025, anche sostenuta dagli investimenti finanziati da Recovery Fund”. La crescita economica in Italia “ha rallentato quest’anno, con i consumi schiacciati dall’elevata inflazione e gli investimenti che hanno iniziato a contrarsi dopo l’espansione post-pandemia”, ha proseguito l’ex premier. “Dopo una crescita modesta dello 0,7% quest’anno, si prevede una moderata accelerazione allo 0,9% nel 2024 e all’1,2% nel 2025, supportata anche dagli investimenti finanziati dalla Rrf”.

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