
E’ il giorno dello sciopero di Cgil e Uil contro la Manovra e le politiche economiche e sociali del governo Meloni. “Adesso basta!” è lo slogan principale della manifestazione a cui hanno aderito pubblico impiego, scuola, università e ricerca, sanità, con trasporti fermi per 4 ore dopo la precettazione. Il fulcro della protesta è piazza del Popola a Roma, piena di palloncini rossi e blu, i colori dei sindacati. Landini: “Il governo manda il Paese a sbattere, non lo permetteremo”. Bombardieri (Uil): “Questa piazza è una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale”. “Meloni, il popolo ha fame. Dategli una Manovra sbagliata”, “Altre cose devono scendere: le bollette, il caro vita, gli over 60 dai ponteggi”. Questi sono alcuni degli slogan sugli striscioni dei manifestanti portati in piazza dai sindacati. Quella di venerdì 17 è la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: un “pacchetto” di cinque giornate tra scioperi e manifestazioni in 58 città, con oltre 100 presidi che coinvolgeranno le Regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre, mentre Sicilia e Sardegna si fermeranno il 20 e il 27 novembre. “Noi siamo qui perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il Paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo – dice il segretario della Cgil Maurizio Landini dopo aver annunciato ricorso contro la precettazione -: in questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani. Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica e nel governo”. “Questa piazza è una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato per essere qui – dice il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri -. E’ una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Bisogna avere rispetto dei lavoratori”. Manifestazioni sono in programma a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma. La mobilitazione è stata promossa dalle due confederazioni “per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente. Adesso basta!”.






