lunedì, Novembre 17, 2025

Manovra, Ue: Italia non pienamente in linea con tetto spesa 2024

L’Italia fa parte del gruppo di nove Paesi dell’eurozona “rimandati”. Assieme ad Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia, il nostro Paese ha trovato a Bruxelles una promozione con riserva sulla politica economica del Governo Meloni. Rischiano di non essere in linea invece Belgio, Finlandia, Francia e Croazia. Promossi solo in sette: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania. La Commissione europea rileva che nel piano di Bilancio presentato l’Italia non rispetta pienamente il tetto di spesa previsto per il prossimo anno in base alla raccomandazioni del Consiglio Ue. Bruxelles chiede a Roma “di essere pronta a introdurre le misure necessarie” per rimettere in careggiata le finanze pubbliche. La posizione potrebbe essere prodromica a una procedura per deficit eccessivo nel 2024. La Commissione europea raccomanda “agli Stati membri di assicurare politiche fiscali più prudenti”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis presentando il pacchetto di autunno del semestre europeo. Gli ha fatto eco il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni: “Mentre la Bce porta avanti la lotta all’inflazione”, abbiamo bisogno di “adottare politiche fiscali coordinate e prudenti, a partire dalla riduzione delle misure di sostegno all’energia”. “È fondamentale – ha precisato Gentiloni – sia per migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche sia per evitare pressioni inflazionistiche, aiutando così le famiglie a recuperare il potere d’acquisto. È altrettanto importante che i governi rimangano agili, dato che le tensioni geopolitiche tensioni geopolitiche gettano un’ombra di incertezza sulle prospettive economiche”, ha affermato e “chiediamo inoltre ai governi dell’area dell’euro di assicurare livelli elevati e sostenuti di investimenti livelli elevati e sostenuti di investimenti, sia pubblici che privati”. Il 14 luglio scorso, sulla base delle proposte della Commissione, il Consiglio aveva raccomandato all’Italia un target di aumento nominale della spesa pubblica netta non oltre l’1,3%, dal 2023 al 2024. Su questo punto l’Italia è nominalmente in linea con le raccomandazioni, perché secondo le previsioni economiche d’autunno della Commissione, la spesa pubblica netta aumenterà dello 0,9% nel 2024, rispetto al 2023, ben al di sotto del limite dell’1,3%. Sostanzialmente, però, nel pacchetto di avvio del semestre europeo presentato oggi a Bruxelles, la Commissione nota che l’aumento della spesa è stato ben maggiore di quanto appare. Il target dell’1,3%, infatti, era basato sulle previsioni economiche della primavera scorsa, che prospettavano un aumento della spesa nel 2023 molto inferiore a quello che poi si è verificato. Questo perché, dopo che il governo italiano ha deciso una riclassificazione dei crediti d’imposta previsti dal Superbonus edilizio, che da esigibili nel 2023 diventeranno inesigibili nel 2024, si è registrata una forte impennata delle richieste del Superbonus nel 2023, con un amento sostanziale della spesa pubblica primaria, pari allo 0,8% del Pil in più rispetto a quanto era stato previsto in primavera. In pratica, la Commissione calcola che, se la raccomandazione sul tetto di spesa per il 2024 fosse stata fatta con i dati reali del 2023, e non sulla base delle previsioni di primavera, l’Italia avrebbe superato il limite per un ammontare equivalente allo 0,6% del Pil. E questo nonostante il fatto che nel 2024 non saranno più esigibili i crediti d’imposta del Superbonus, che comporterà una sostanziale riduzione della spesa pubblica netta rispetto al 2023. “Perciò – si legge al paragrafo 15 del parere della Commissione sui piani di bilancio dell’Italia – la spesa pubblica primaria nazionale netta è valutata come non pienamente in linea con la raccomandazione”. La conclusione su questo punto (paragrafo 20) e che “secondo le previsioni della Commissione, la crescita della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale dovrebbe rispettare il tasso di crescita massimo raccomandato nel 2024. Tuttavia, se la spesa netta nel 2023 fosse stata la stessa prevista al momento della raccomandazione, il tasso di crescita risultante della spesa netta nel 2024 sarebbe superiore a quello raccomandato”.

Articoli correlati

Ultimi articoli