
Nell’anno educativo 2021/2022, sebbene risulti evidente ancora l’impatto della pandemia sulla frequenza del nido, sono numerose le richieste di iscrizione non accolte per carenza di posti: il 63% dei nidi pubblici e il 40,7% dei privati non hanno dato risposta a inizio anno a tutte le domande pervenute. Soprattutto al Sud è stata più avvertita la pressione sui servizi da parte delle famiglie e le barriere all’accesso hanno lasciato bambini in lista d’attesa in oltre due terzi delle unità di offerta pubbliche e in quasi la metà di quelle private. Lo certifica l’Istat nel Report sui servizi per la prima infanzia. Dunque è del 49,1% la quota di nidi con bimbi in lista d’attesa, mentre meno del 30% degli under 3 trova posto. In Italia la frequenza di un servizio educativo per la prima infanzia risulta inferiore alla media europea: nel 2021 i bambini che frequentano una struttura educativa risultano pari al 33,4% dei residenti di 0-2 anni (contro il 37,9% della media Ue). Fonte Istat. La Francia e la Spagna sono ben al di sopra del 50% e altri Paesi, come l’Olanda e la Danimarca, si attestano al 74,2% e al 69,1% rispettivamente. La percentuale italiana comprende peraltro una quota (quasi il 5% dei bambini di 0-2 anni) di bambini iscritti alla scuola di infanzia come anticipatari, quindi inseriti in strutture per bambini da 3 a 5 anni senza gli adattamenti previsti ad esempio nelle sezioni primavera. Pertanto, sono meno del 30% i bambini al di sotto dei 3 anni che trovano collocazione nei servizi educativi specifici per la prima infanzia. Nell’anno educativo 2021/2022, dopo il calo dei posti disponibili registrato durante la pandemia, si ha un parziale recupero dei servizi più strutturati, ovvero i nidi d’infanzia (l’80,6% dell’offerta complessiva) e le sezioni primavera. Queste ultime coprono il 12,7% dei posti e accolgono bambini da 24 a 36 mesi in sezioni di nido che sono situate generalmente presso le scuole d’infanzia. Nei nidi (incluse le sezioni primavera) sono offerti circa 1.700 posti in più rispetto al 2020/2021, recuperando quasi completamente il livello del 2019. Invece i servizi integrativi per la prima infanzia (nidi in contesto domiciliare, spazi gioco, centri per bambini e genitori) subiscono un ulteriore calo di 2mila posti e arrivano a coprire il rimanente 6,7% dell’offerta. Complessivamente, l’offerta resta sostanzialmente stabile rispetto al precedente anno: 13.518 servizi attivi e 350.307 posti autorizzati al funzionamento (-0,1%).






