martedì, Aprile 30, 2024

Filippo Turetta comprò il nastro adesivo alcuni giorni prima dell’omicidio 

Continuano le indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin. Filippo Turetta, due o tre giorni prima della sera del delitto, avrebbe acquistato online del nastro adesivo compatibile con il pezzo di scotch ritrovato nella zona industriale di Fossò (Venezia), dove la 22enne subì la seconda aggressione dall’ex. Il particolare, riportato da La Stampa, è stato confermato da fonti vicine all’inchiesta sull’assassinio della ragazza. Gli inquirenti sono al lavoro per valutare se contestare a Turetta l’aggravante della premeditazione e anche il reato di occultamento del cadavere. Intanto, il giovane dovrebbe arrivare in Italia sabato mattina ed essere subito trasferito in carcere. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha portato al mandato d’arresto europeo, emessa dal gip di Venezia Benedetta Vitolo su richiesta del procuratore Bruno Cherchi e del pm Andrea Petroni, a Turetta vengono contestati allo stato l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva, terminata perché Giulia lasciò Turetta la scorsa estate, e il sequestro di persona. Diversi elementi, tra cui appunto l’acquisto di quel nastro adesivo, ma anche l’uso di uno o più coltelli portati con sé e un presunto sopralluogo che il giovane fece quel pomeriggio a Fossò prima di incontrare l’ex fidanzata, potrebbero portare la Procura a contestare anche l’aggravante della premeditazione. Aggravante che porterebbe la pena massima prevista all’ergastolo, con l’impossibilità, da codice, di chiedere il rito abbreviato. Oltre all’aggravante della premeditazione, la Procura potrebbe contestare a Turetta anche il reato di occultamento del corpo. Il 22enne nascose il cadavere di Giulia in un’area boschiva in una zona montuosa in provincia di Pordenone, vicino al lago di Barcis, a due ore circa di macchina da Vigonovo. Cadavere sul quale aveva collocato anche dei teli di plastica. L’acquisto del nastro adesivo si aggiunge a una serie di elementi che avvalorerebbero l’ipotesi della premeditazione del delitto. Innanzitutto, il coltello da cucina di 12 centimetri ritrovato nell’auto di Turetta al momento del suo arresto da parte della polizia tedesca. Il 22enne raccontò di essersi puntato più volte proprio quel coltello alla gola “per farla finita ma non ho avuto il coraggio”. Nel rapporto degli agenti tedeschi, però il coltello è stato definito “pulito” e anche sulla gola del giovane non sono stati indicati segni di alcun tipo. Altro elemento che potrebbe far pensare alla premeditazione è il cambio di vestiti da parte di Turetta. Dal rapporto della polizia tedesca, infatti, è emerso che i vestiti indossati da Filippo Turetta al momento dell’arresto erano puliti. I vestiti e le scarpe, imbrattate di sangue, erano stati riposti dentro una borsa. E ancora, gli inquirenti si stanno concentrando su un video che, alle 17 dell’11 novembre (qualche ora prima dell’omicidio), mostrerebbe il passaggio della vettura di Turetta nello stesso punto della zona industriale di Fossò dove il 22enne aggredì Giulia. Un aspetto che potrebbe far pensare che il giovane abbia voluto effettuare un sopralluogo. Intanto, il tribunale tedesco ha dato l’ok all’estradizione di Filippo Turetta, che verrà portato a Venezia sabato in tarda mattina, con un volo militare, e trasferito in carcere, dove sarà sorvegliato a vista, come già nel carcere di Halle, per evitare gesti autolesionistici. Il giovane sarà posto in isolamento a sua tutela, in vista dell’interrogatorio di garanzia che deve essere ancora fissato. La data sarà stabilita probabilmente sabato, dopo che sarà stato consegnato alle autorità italiane.

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