lunedì, Maggio 20, 2024

Strage del bus di Mestre, l’autista Alberto Rizzotto aveva problemi cardiaci ma non è svenuto nell’incidente

Alberto Rizzotto, l’autista del bus precipitato da un cavalcavia di Mestre che ha causato la morte di 21 persone (oltre a lui), aveva problemi cardiaci. Una ipotesi che era stata avanzata sin dalle prime ore dell’incidente ma in parte smentita da familiari ed esami autoptici iniziali. A far però tornare in auge questa possibile causa è stata la seconda consulenza medico-legale che ha fatto emergere dei dubbi. Il procuratore che segue l’inchiesta ha quindi ordinato nuovi esami più approfonditi. Il cuore di Alberto Rizzotto presentava delle anomalie. Non è ancora possibile stabilire se ciò possa essere correlato all’incidente avvenuto il 3 ottobre 2023, quando un autobus elettrico della società La Linea, guidato dal quarantenne trevigiano e pieno di turisti stranieri, è precipitato dal cavalcavia superiore di Marghera, causando la morte di 21 persone e il ferimento di altre 15. Martedì mattina, durante la seconda consulenza medico-legale sull’autista, gli specialisti hanno riscontrato un’anomalia nel tessuto cardiaco, su cui il pm aveva deciso di effettuare ulteriori accertamenti dopo che la prima autopsia aveva escluso evidenze di un malore. Ora è emerso qualcosa di certo, tanto che Cristina Basso, anatomopatologa dell’Università di Padova a cui il pm Laura Cameli ha affidato l’incarico, ha deciso di fissare una nuova seduta per il 21 dicembre per esami più approfonditi. L’ipotesi che Rizzotto avesse problemi cardiaci conclamati era stata smentita dal legale dei suoi parenti, l’avvocato Francesco Stilo, che aveva negato accessi al pronto soccorso per quel motivo. Il medico legale Roberto Rondolini e il luminare delle malattie improvvise Gaetano Thiene, hanno escluso la possibilità di episodi organici acuti che potrebbero aver causato una perdita di coscienza. L’obiettivo principale non è tanto capire se l’autista soffrisse di problemi cardiaci, forse anche a causa di alcuni farmaci che stava assumendo, ma piuttosto se questo possa spiegare la sbandata del bus Yutong verso destra, che ha causato la tragedia: il mezzo ha infatti strisciato per cinquanta metri sul guardrail, fino a quando questo si interrompeva per un paio di metri; a quel punto, pur essendo ormai quasi fermo (attorno ai 5-6 chilometri orari), ha piegato verso destra nel “buco”, ha scavalcato la barriera che riprendeva poco dopo, ha sfondato una ringhiera ed è precipitato nel vuoto. La questione del cuore sarà al centro di una “guerra” legale e tecnica, soprattutto tra la famiglia da un lato, e dall’altro la società LaLinea e il suo amministratore delegato Massimo Fiorese (che è indagato) e l’assicuratore Allianz, difesi rispettivamente dagli avvocati Massimo Malipiero e Mirko Arena. Si tratta di una questione di responsabilità che non è solo morale, ma anche economica, visto che in caso di malore del conducente la compagnia Allianz potrebbe essere esentata dal pagamento dei danni alle vittime. Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro, tecnici comunali indagati e difesi dagli avvocati Paola Bosio, Giovanni Coli e Barbara De Biasi, stanno invece concentrando la loro attenzione sulla consulenza meccanica sull’autobus, avviata martedì mattina. Il pm ha nominato due docenti di Ingegneria meccanica dell’Università di Padova, Roberto Lot e Giovanni Meneghini, mentre i legali di Ca’ Farsetti si sono affidati al direttore del dipartimento del Politecnico di Milano Marco Belloli e Fiorese all’ingegner Matteo Quitadamo.
Durante il primo sopralluogo, i vari tecnici delle parti hanno potuto vedere il bus, sotto sequestro a Mestre, nella stessa posizione a testa in giù in cui era caduto in quella tragica serata. I consulenti della procura hanno prelevato la barra dello sterzo che collega la ruota anteriore sinistra a quella destra e i due perni, uno rotto e uno integro. La ruota anteriore destra è infatti piegata verso l’esterno e il pm ha chiesto ai consulenti di stabilire se ciò sia avvenuto a causa di qualche anomalia, come un cedimento strutturale, oppure in seguito ai ripetuti colpi sul guardrail. Sembrerebbe escluso che il danno sia stato causato dalla caduta, proprio perché avvenuta dal lato del tetto. Sono in corso analisi approfondite sulle telecamere interne e sulla scatola nera.

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