mercoledì, Maggio 22, 2024

Cop28 a Dubai, allarme Onu: 2023, anno più caldo di sempre. Obiettivi: combustibili fossili e 1,5 gradi

Alla Cop28 che si apre oggi a Dubai sono attesi oltre 200 governi da tutto il mondo, ma si contano anche i grandi assenti: il presidente americano Joe Biden, il capo di stato cinese Xi Jinping e, per motivi di salute, Papa Francesco. Cina e Stati Uniti saranno comunque rappresentati all’appuntamento sulla crisi climatica, a cui prenderanno parte anche Ong ambientaliste, think tank, imprese e gruppi religiosi. La COp28 è il 28esimo incontro annuale delle Nazioni Unite sul clima, in cui i governi discuteranno su come limitare e prepararsi ai futuri cambiamenti climatici. In particolare, il vertice di Dubai, che si svolgerà fino al 12 dicembre, sarà concentrato sull’obiettivo di 1,5 gradi C di limitazione del riscaldamento globale, raggiunto a Parigi, e sull’eliminazione dei combustibili fossili, tema chiave proprio negli Emirati Arabi Uniti, una delle dieci principali nazioni produttrici di petrolio al mondo. “Il nostro successo o fallimento nel rispondere alla crisi climatica sarà valutato su due numeri: mantenere il limite di 1,5 gradi e proteggere il miliardo di bambini messi a rischio da questa crisi. La crisi climatica non sta solo cambiando il pianeta, sta cambiando i bambini. I loro corpi e le loro menti sono particolarmente vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico; i bambini sono colpiti in modo sproporzionato da questa crisi che non hanno creato. Oggi, a 30 anni dalla firma della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i bisogni dei bambini, i loro diritti e le prospettive sono quasi interamente assenti dalle politiche, le azioni e gli investimenti sul clima a tutti i livelli”. Lo ha dichiarato la vicedirettrice generale dell’UNICEF, Kitty van der Heijden, ricordando che “un miliardo di bambini sono a rischio per il cambiamento climatico”. Nel primo giorno della conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la prima decisione arrivata è quella di rendere operativo il fondo ‘Loss& damage’, ovvero ‘Perdite e danni’, che consiste in aiuti ai Paesi più poveri e vulnerabili del mondo, in genere i più colpiti dal disastro climatico. C’era già una bozza di accordo relativa alla governance del fondo, che sarà creato con finanziamenti dai Paesi più ricchi e ospitato temporaneamente dalla Banca Mondiale. “Per la prima volta nella storia della Cop c’è una decisione di questo peso il primo giorno”, ha detto Luca Bergamaschi, del think tank per il clima Ecco.

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