sabato, Maggio 25, 2024

Fiorucci licenzia, braccia incrociate allo stabilimento di Pomezia

Hanno dismesso le tute bianche.  Il picchetto all’ingresso della fabbrica, dove gli operai, in borghese, hanno srotolato lo striscione “stop licenziamenti”. Inizia così la serrata nello stabilimento Fiorucci di Pomezia. Braccia incrociate per le prime 8 ore di sciopero proclamate dopo la fumata nera arrivata dall’incontro tra azienda e rappresentanti dei lavoratori. I vertici del celebre marchio alimentare hanno respinto la richiesta del fronte sindacale che chiedeva il ritiro della procedura di licenziamento collettivo per 197 addetti o in alternativa l’attivazione della cassa integrazione. Il 19 dicembre un nuovo tavolo di negoziazione in cui i vertici aziendali promettono di presentare le proprie soluzioni alternative con numeri e proposte concrete. Una delle ipotesi potrebbe essere quella di incentivi all’esodo, pari agli ammortizzatori sociali, perché chi è vicino alla pensione. Il nodo però restano i 50enni senza alcuna prospettiva di ricollocamento.  Il declino del fatturato negli ultimi 12 anni – la versione del gruppo – all’origine del riassetto societario che ha l’obiettivo di rilanciare il brand. Il piano – ribattono i sindacati – taglia la metà dei posti di lavoro e due linee di produzione e mette a rischio – dicono – la sopravvivenza dell’intera fabbrica di Santa Palomba. 
L’ipotesi di soluzione dell’azienda è alternativa alla cassa integrazione proposta dai sindacati e consentirebbe di accompagnare alla pensione un numero elevato di lavoratori che si stima possano accedere alla pensione nei prossimi 48 mesi e consentirebbe di riorganizzare più velocemente la società e recuperare la competitività persa – fa sapere l’azienda -. La cassa integrazione ridurrebbe temporaneamente i costi aziendali, ma ritarderebbe la veloce riorganizzazione e il recupero di produttività decritti nel piano di rilancio presentato alle organizzazioni sindacali. Per i restanti esuberi che riguardano il personale degli uffici non immediatamente pensionabili si stanno studiando soluzioni, anche su base volontaria, che verranno supportati da incentivi economici al reddito.
Chiediamo ai sindacati e alle autorità la collaborazione necessaria a valutare la nostra proposta alternativa a quella degli ammortizzatori sociali e a trovare un accordo per garantire la continuità aziendale evitando i disservizi ai clienti causati da scioperi che danneggiano l’azienda e il suo futuro. Nel pomeriggio a Pomezia consiglio comunale straordinario sulla vertenza. Votata all’unanimità una mozione che chiede a Regione e Governo di scongiurare una crisi che avrebbe effetti per l’intero territorio.

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