venerdì, Maggio 3, 2024

Nei primi 9 mesi del 2023 lieve calo delle assunzioni, sono 6,2 milioni (-0,3%)

Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi nove mesi del 2023 sono state complessivamente 6.272.000, in leggera flessione rispetto allo stesso periodo del 2022 (-0,3%) ma comunque superiori al livello prepandemico, vale a dire il corrispondente periodo del 2019. In flessione, rispetto al 2022, risultano le assunzioni di contratti in somministrazione (-7%), a tempo indeterminato (-5%) e in apprendistato (-4%); tutte le altre tipologie registrano una leggera crescita: lavoro intermittente +4%, stagionali e tempo determinato +2%. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato. Si registra altresi’ una lieve flessione per le classi di dimensione aziendale fino a 15 dipendenti (-2%) e per 100 e oltre (-1%); cresce invece la classe dimensionale intermedia da 16 a 99 dipendenti (+3,5%). Per quanto riguarda le tipologie orarie l’incidenza del part time è rimasta pressochè stabile sia per l’insieme delle assunzioni a termine (45%) che per quelle a tempo indeterminato (32%). Per quanto riguarda le tipologie orarie l’incidenza del part time è rimasta stabile sia per l’insieme delle assunzioni a termine (45%) che per quelle a tempo indeterminato (32%). Le trasformazioni da tempo determinato nel corso dei primi nove mesi del 2023 sono risultate 580.000, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+4%), di pochissimo inferiori – in valore assoluto – al livello straordinario dei primi nove mesi del 2019, quando erano risultate 582.000. Contemporaneamente le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano in flessione rispetto al corrispondente periodo del 2022 (-17%): è l’effetto atteso – a tre anni di distanza – della caduta delle assunzioni di apprendisti osservata nel 2020. Le cessazioni nei primi nove mesi del 2023 sono state 5.527.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-2%). Concorrono a questo risultato i contratti in somministrazione (-7%), a tempo indeterminato (-6%) e i contratti in apprendistato (-5%). In controtendenza invece risultano i contratti a tempo determinato (+1%) e quelli di lavoro intermittente (+3%), stabili i contratti stagionali. Nel periodo gennaio-settembre si registra una forte riduzione, rispetto al corrispondente periodo del 2022, dei licenziamenti di natura economica (-13%), dei licenziamenti disciplinari (-11%) e una flessione anche delle dimissioni (-2%). In aumento le cessazioni per risoluzione consensuale (+6%). Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato. A settembre i lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) sono 18.000, in aumento del 22% rispetto allo stesso mese del 2022. L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 248 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, a settembre risultano circa 12.000, in diminuzione del 3% rispetto a settembre 2022; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 176 euro. A settembre i lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) sono 18.000, in aumento del 22% rispetto allo stesso mese del 2022. L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 248 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, a settembre risultano circa 12.000, in diminuzione del 3% rispetto a settembre 2022; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 176 euro.

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