giovedì, Maggio 23, 2024

Sanità territoriale: la giunta Rocca vara il piano per il prossimo triennio

La regione invecchia e i vecchi metodi non bastano più. Così, sulla scorta di quanto stabilito al Pnrr, il Lazio ha approvato il nuovo Piano di programmazione dell’assistenza territoriale 2024-2026, grazie al via libera della Giunta. La riforma dell’assistenza territoriale è infatti uno dei capisaldi del piano nazionale di ripresa e resilienza e, negli intenti, dovrebbe realizzare un sistema sanitario più vicino alle persone e al superamento delle disuguaglianze.

Lazio e gli anziani
Il nuovo piano preparato, tra gli altri, anche dal governatore con delega alla sanità del lazio, Francesco Rocca, pone molta attenzione ai nonni e alle nonne del Lazio. Del resto, negli ultimi dieci anni si è registrata una crescita della popolazione maggiore ai 65 anni, passata dal 20,4% al 23,1%, con l’incremento di patologie croniche e molto spesso coesistenti tra loro. Per questo, il provvedimento verte su una maggiore attenzione della terza età e predispone nuove misure essenziali e innovative a livello tecnologico a favore dell’assistenza territoriale.

Programmazione delle prestazioni
Il piano ha preparato una programmazione puntuale del fabbisogno e delle prestazioni con il rafforzamento delle cure palliative (ambulatoriali, domiciliari, residenziali e semiresidenziali) per le disabilità, la terza età, la salute mentale dei minori e degli adulti, la popolazione penitenziaria e i disturbi dello spettro autistico, della nutrizione e dell’alimentazione. Importante poi anche il ruolo della “medicina a casa”, incentivata per cercare di gravare il meno possibile sulle strutture ospedaliere.

La mappa dei bisogni
Una rete assistenziale, quella pianificata dal presidente Francesco Rocca insieme con il direttore della Direzione Salute e Integrazione sociosanitaria Andrea Urbani, che mappa i bisogni delle cure, dopo un’attenta analisi epidemiologica, rispondendo nelle intenzioni con maggiore incisività alle esigenze sanitarie dei cittadini, grazie alla piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a partire dalle reti, dai nuovi modelli organizzativi e dalle strutture di prossimità (59 Centrali operative territoriali, 35 Ospedali di comunità e 131 Case di Comunità), insieme con le grandi apparecchiature, le nuove tecnologie, le innovazioni digitali e la telemedicina, volte anche al potenziamento dell’assistenza domiciliare.

I provvedimenti
Nel dettaglio, le cure intermedie potranno contare su nuovi posti letto per le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice e le strutture riabilitative. Le cure palliative più diffuse e capillari avranno invece un rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata, trasformando la casa del paziente in un “vero e proprio luogo di cura”. Un modo, come anticipato, per stressare di meno l’utente e per lasciare spazio nelle strutture sanitarie. Prevista anche una facilitazione dei processi di dimissioni dall’ospedale, nei quali saranno essenziali i team ospedalieri delle dimissioni e saranno nevralgiche le centrali operative aziendali e le centrali operative territoriali. Attenzione anche per l’armonizzazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali e per l’interoperabilità dei sistemi e dei flussi informativi. Quest’ultima azione servirà sia per la valorizzazione del lavoro dei professionisti sanitari sia per la rendicontazione efficace e puntuale delle attività territoriali.

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