sabato, Maggio 18, 2024

Quattordicenne ucciso a Roma, il nonno: “Chi gli ha sparato voleva colpire il patrigno”. Il papà: “Il colpevole deve pagare”

Sul caso del quattordicenne ucciso in un parcheggio della metropolitana alle porte di Roma interviene il nonno materno. “Quelli che hanno sparato ad Alexandru non ce l’avevano con lui – dice Petru Katlan -. Volevano colpire il patrigno”. E aggiunge: “Alexandru non ha mai avuto rapporti con quelli che hanno sparato, era uno studente che giocava a calcio. Aveva compiuto 14 anni solo due settimane fa”. Il papà del ragazzino: “Il colpevole deve pagare”. Il nonno poi ricorda: “Gli ho detto ‘resta qui in macchina con me’, all’inizio mi ha ascoltato e poi, dopo qualche minuto, è uscito dall’auto. Quando ho sentito i due colpi sono sceso dalla macchina e mi sono avvicinato a lui. Era per terra. Quelli che gli hanno sparato non ce l’avevano con lui”. Il ragazzino, Alexandru Ivan, è stato ucciso sabato notte a colpi di pistola nel parcheggio del capolinea della metropolitana C, alla fermata Pantano. “Il colpevole deve pagare”, dice Eduard Ivan, il papà del ragazzino, arrivando sul luogo dell’omicidio. E continua: “Che ci faceva mio figlio qui alle tre di notte? Non è una cosa normale”. E sul compagno della moglie dice: “Mi fidavo di lui. Sembrava una brava persona. Evidentemente mi sbagliavo”. “Non mi sento di parlare di ipotesi di scambio di persona, anche se l’esatta dinamica è oggetto di attività dell’indagine – spiega in un punto stampa nel parcheggio del delitto il comandante dei carabinieri di Frascati, Alberto Raucci -. Stiamo sentendo diverse persone che hanno partecipato alla lite all’interno del bar. Non sto parlando di persone sospettate ma di persone che stiamo sentendo per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti”. Raucci conferma che sono stati sentiti anche italiani. Ci sono al momento alcuni punti fermi – chiarisce il comandante -: la lite all’interno del bar, la presenza al parcheggio della fermata della metro C Pangano della vittima e di alcuni suoi familiari, il sopraggiungere di una vettura da cui sono stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco”. “È stato riferito qualcosa in merito ai motivi del litigio – chiarisce il comandante -, come sempre ciò che viene riferito è oggetto di approfondimento e riscontro da parte nostra. È prematuro parlare di rancori tra gruppi per malaffari”. Al vaglio ci sono i racconti dei familiari che erano insieme al giovane, che all’indomani dell’omicidio erano “emotivamente scossi. Stiamo riscontrando il racconto del patrigno, che era presente nel bar”. Quanto al fatto che al momento ci siano tre persone ricercate, aggiunge, “questa informazione è sbagliata: stiamo ricostruendo l’esatta dinamica di quanto accaduto e cercando di attribuire precise responsabilità ai singoli”. Il comandante precisa che “le telecamere della zona sono lontane dal luogo in cui è avvenuto il fatto e non consentono assolutamente di individuare gli autori dell’omicidio. Un’unica telecamera riprende la scena ma da un’altezza notevole, motivo per cui non è definibile il modello dell’autovettura dalla quale sono stati esplosi i colpi che hanno raggiunto il ragazzino”.

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