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domenica, Giugno 16, 2024

Cassazione, il procuratore generale: “Contro il saluto romano applicare la legge Scelba”. La Russa: “La sentenza si commenta da sola”

Per il saluto romano va contestata la legge Scelba sull’apologia del fascismo e in particolare l’articolo 5. E’ la decisione delle sezioni unite della Cassazione che hanno disposto un processo di appello bis per otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto nel corso di una commemorazione del 2016 a Milano per Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975. Le Sezioni Unite della Suprema Corte erano chiamate ad affrontare la questione dopo che la prima sezione penale aveva trasmesso, nel settembre scorso, atti al fine di sciogliere un nodo interpretativo sul saluto fascista. “Da avvocato il presidente aveva dichiarato che “attendeva con interesse di conoscere l’esito della imminente decisione a sezione riunite della Cassazione” perché riteneva “occorresse chiarezza”. Oggi non parla e si limita a far sapere che la decisione della Cassazione che annulla la sentenza della corte di appello e dispone nuovo processo “si commenta da sola””. E’ quanto si apprende da fonti vicine al presidente del Senato Ignazio La Russa sulla decisione delle sezioni unite della Cassazione che hanno disposto un processo di appello bis per 8 militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto durante una commemorazione a Milano nel 2016 per Sergio Ramelli. In mattinata l’avvocato generale e pg di Cassazione Pietro Gaeta aveva sostenuto che “il saluto fascista rientra nel perimetro punitivo della ‘legge Mancino’ quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”. Il magistrato ha chiesto di confermare la sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha condannato alcuni esponenti di un movimento di estrema destra, autori del saluto fascista durante una commemorazione.
Le Sezioni Unite della Cassazione sono state chiamate ad affrontare la questione dopo che la prima sezione penale ha trasmesso, nel settembre 2023, atti al fine di sciogliere un nodo interpretativo sul saluto romano. Il rappresentante della procura generale della Suprema Corte ha sottolineato che il caso di Acca Larentia “con 5mila persone è una cosa diversa rispetto a quattro nostalgici che si vedono davanti a una lapide di un cimitero di provincia e uno di loro alza il braccio. Bisogna distinguere la finalità commemorativa con il potenziale pericolo per l’ordine pubblico”. “La nostra democrazia giudiziaria è forte e sa distinguere”, ha aggiunto Gaeta. “È ovvio che il saluto fascista sia una offesa alla sensibilità individuale”, ma diventa reato “quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico. Non possiamo avere sentenze a macchia di leopardo in cui lo stesso gruppo viene assolto da un tribunale e condannato da un altro”.

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