sabato, Maggio 18, 2024

Omicidio Corviale, Giuseppe Molè non era un boss criminale

Probabilmente non era un boss criminale, Giuseppe Molè. Ne sembrano convinti gli investigatori e ne sono certi gli abitanti del quartiere, che lo conoscevano bene, conoscevano i suoi errori e in questi giorni continuano a ripetere che era un bravo ragazzo che voleva solo vivere tranquillo e dare un futuro ai figli. Ma il modo in cui è stato ucciso appare pianificato, deciso da mandanti spietati ed eseguito da professionisti. Forse – si ipotizza – la morte violenta di quell’uomo così noto è un segnale al quartiere. Un segnale colto anche dalla Commissione Parlamentare Antimafia, che ha acceso i riflettori su Corviale e gli altri fatti di sangue di questi giorni in regione.
I molti colpi sparati probabilmente da più di un’arma, esplosi alle sette di sera contro l’automobile in cui si trovava, quando diverse persone erano a Largo Tabacchi, all’ingresso del Lotto quattro di Corviale, sono forse un segnale di chi è interessato al mercato dello spaccio di stupefacenti, che nel quartiere non si è mai interrotto. Un mercato che è il business più redditizio per le organizzazioni criminali, ricordano gli investigatori. Nell’ultimo rapporto sulle mafie nel Lazio, la mappa degli interessi dei clan, quartiere per quartiere, è messa accanto alla quantità di droga sequestrata: oltre 7 tonnellate solo lo scorso anno. Un business da decine milioni di euro.

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