sabato, Maggio 18, 2024

Luca De Fusco nuovo direttore del Teatro di Roma, ma il Cda si spacca

Luca De Fusco è il nuovo direttore della Fondazione Teatro di Roma. La decisione è stata presa nel corso di una riunione dei tre membri del Consiglio di amministrazione di nomina della Regione e del Ministero della Cultura. Non c’erano invece il presidente Francesco Siciliano né la consigliera nominata dal Comune di Roma, Natalia Di Iorio. Una scelta che perciò segna una profonda spaccatura nel Cda e scatena polemiche. L’assessore alla cultura di Roma Capitale Miguel Gotor parla di “un incontro abusivo” e di “un tentativo di occupazione da parte della destra di una fondamentale realtà del sistema culturale romano e italiano.” “Ci opporremo con tutte le forze”, annuncia. Sulla stessa linea Francesco Siciliano che ritiene invalida la riunione del cda, che lui stesso – denuncia – aveva sconvocato. E aggiunge: “La scelta per la direzione che taglia fuori la città è una rottura del patto territoriale alla base di questo teatro.” I rappresentanti del Comune avrebbero preferito la nomina di Onofrio “Ninni” Cutaia. “De Fusco è un artista, ma Cutaia è un manager e di questo il Teatro di Roma ha bisogno”, spiega Siciliano. Dal Pd interviene il deputato Nicola Zingaretti, che parla di una “occupazione sguaiata dei luoghi della cultura” da parte della destra. “La loro ossessione per l’egemonia culturale non può calpestare le regole“, dice Gaetano Amato, Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Cultura della Camera. “Nessuna forzatura, riunione assolutamente legittima”, ribatte Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della stessa Commissione Cultura di Montecitorio. “Dispiace che l’assessore Gotor, di cui ho grande stima, sia stato disinformato”, aggiunge. “La riunione di questa mattina è assolutamente legale in quanto prosecuzione del Cda sospeso nei giorni scorsi dallo stesso Presidente.” Mollicone assicura “grande rispetto per le prerogative del Comune di Roma” ma sottolinea anche che “non si può pensare di alterare la proporzione della rappresentanza all’interno del Cda.” 

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