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mercoledì, Giugno 12, 2024

Conti correnti, Bankitalia: le spese di gestione salgono a 104 euro l’anno

I conti correnti in una banca tradizionale costano ormai più di 100 euro l’anno, secondo un’indagine di Bankitalia, mentre continuano a restare molto più convenienti i conti online. La ricerca di Palazzo Koch sul costo dei conti correnti nel 2022 ci rivela infatti che la spesa è cresciuta di 9 euro e 30 centesimi rispetto al 2021, raggiungendo quindi quota 104 euro. La variazione risulta al rialzo sia per le spese fisse sia per quelle variabili, che hanno contribuito rispettivamente per il 63,4 e per il 36,6% all’aumento complessivo. Molto meno netta invece la crescita della spesa per i conti online, 70 centesimi in media, con un conto finale medio da pagare pari a 33,7 euro. Per i conti postali poi, la spesa di gestione è salita da 58 a 59,6 euro. Forti critiche arrivano dalle associazioni dei consumatori, che parlano di rincari spropositati e ingiustificati. Unc e Assoutenti fanno notare che si tratta di rialzi superiori al tassi medi di inflazione. Il rincaro per la gestione dei conti correnti registrato nel 2022 è il settimo consecutivo, sottolinea la Banca d’Italia, spiegando come dal 2011 al 2022 la variazione delle spese fisse abbia contribuito in modo quasi sempre preponderante alla dinamica dei costi di gestione, sia nel corso delle fasi espansive sia in quelle di contrazione della spesa. In particolare, prendendo in esame la fase espansiva, iniziata nel 2016 e ancora in corso, la somma degli aumenti di spesa che si sono susseguiti arriva a 27,5 euro, tra i quali 21,1 legati alle spese fisse. I costi di gestione mostrano un’ampia variabilità legata ai vari tipi di clientela: risulta meno elevata per chi ha un profilo di operatività semplificato (giovani, famiglie e pensionati a bassa operatività), maggiori per i profili di consumo più sofisticati. Tenere un conto online è comunque decisamente più conveniente rispetto a uno tradizionale: la spesa di gestione è in media di 33,70 euro, 70 centesimi in più rispetto all’anno prima. La variazione molto limitata dipende dalle maggiori spese fisse (canoni di base e “altre spese fisse”), mentre non si osservano significativi cambiamenti tra le spese variabili.

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