martedì, Aprile 22, 2025

Torture e molestie, l’incubo romano di una giovane cinese

Violenze, insulti, abusi sessuali, subiti in famiglia per molti anni, fino a che, convinta dalla professoressa di spagnolo che aveva notato i lividi sulle sue braccia, non è arrivato il momento di dire basta, ribellarsi e denunciare. E’ la storia di una ragazzina di origini cinesi, che ha vissuto un lungo incubo senza mai abbattersi e trovando la forza di rinascere. Ieri in aula al processo per i maltrattamenti, è stata ascoltata la docente che l’ha aiutata. “Mi diceva che urlava forte per farsi sentire dai vicini e far smettere il padre di farle male” ha raccontato. La giovane, ora maggiorenne, ha trovato nello studio le motivazioni per uscire dal terrore vissuto fra le mura domestiche e il negozio di casalinghi gestito dalla famiglia in zona Ponte Milvio a Roma. Il padre e la madre, piuttosto che vederla sui libri, preferivano che la ragazzina passasse anche 12 ore a lavoro, costringendola a terribili angherie in caso di disobbedienze, come ad esempio l’immersione della testa in una bacinella di acqua gelata, l’immobilizzazione su una sedia da sola per ore con le mani legate da spago o nastro adesivo, fino alla privazione del sonno per due giorni consecutivi. E poi c’erano le molestie sessuali, che andavano avanti da quando la ragazzina faceva le medie, con lividi sul seno e su tutto il corpo. Dopo la denuncia, a 15 anni, una lenta rinascita in casa famiglia, la maturità al liceo, e una nuova vita davanti a lei, finalmente libera dalle violenze in famiglia.  

Articoli correlati

Ultimi articoli