lunedì, Maggio 20, 2024

Covid, 4 anni fa la coppia cinese allo Spallanzani. Vaia: “Mai più impreparati”

Mentre il Parlamento si divide su una bozza del nuovo Piano pandemico 2024-2028, sono passati oltre 1.400 giorni dal ricovero della coppia cinese di Wuhan all’Inmi Spallanzani di Roma, Wuhan Xiangming Liu e Yamin Hu in gita nel nostro Paese ma con il Sars-CoV-2 nel proprio corpo. Il 29 gennaio l’Italia faceva i conti con il nuovo virus ribattezzato poi Covid, oggi dopo 4 anni abbiamo imparato a conoscere decine di varianti, da Centaurus a Kraken. Quattro anni 4 fa la coppia fu soccorsa in un albergo del rione Monti al centro di Roma. Il marito appena ricoverato mostrava una polmonite interstiziale bilaterale, la moglie aveva all’inizio sintomi lievi, ma entrambi si sono aggravati in poco tempo. La coppia fu subito sottoposta a una terapia a base di antivirali combinati e antinfiammatori. Dopo quasi 3 mesi, dopo aver fatto la riabilitazione tra marzo e aprile, vengono dimessi il 21 aprile per tornare in Cina. In questi 4 anni abbiamo conosciuto sempre meglio il Covid e la sua forza. Dopo il 2020-2021 quando il virus ha picchiato duro con tanti casi e decessi nel mondo, i sacrifici per affrontare lockdown, la mascherina obbligatoria e la Dad per fermare nei primi mesi del 2020 la diffusione dei contagi, con l’arrivo dei vaccini a mRna, gli antivirali, la sanità pubblica è riuscita a contenere e gestire la malattia. La scienza è andata veloce per rispondere al nuovo virus arrivato dalla Cina e i risultati si sono visti. Le ondate degli anni successivi 2022 e 2023 hanno fatto salire i contagi soprattutto in inverno ma mai hanno messo in difficoltà le terapie intensive. Stiamo ancora convivendo con il Covid. Una endemia, un rumore di fondo del virus che ci porteremo ancora a lungo. 

 Francesco Vaia, allora direttore dello Spallanzani e oggi alla guida della Prevenzione del ministero della Salute, ricorda: “Momenti indimenticabili che hanno lasciato il segno in tante cose e che hanno tracciato il solco per il futuro. Un futuro che abbiamo intravisto da subito. Andare oltre la pandemia – afferma Vaia – è stato il messaggio che abbiamo lanciato dalla fontana dell’istituto i miei colleghi ed io appena avuto consapevolezza dell’andamento epidemiologico. Il solco è tracciato e tanti semi sono gettati. Mai più impreparati – rimarca il direttore – mai più senza strumenti e presidi, mai più un’Italia lunga e stretta, differenziata nell’offerta di salute“. “Fare sempre memoria è un esercizio utile a tutti ed in ogni contesto – prosegue Vaia – Degli accadimenti avvenuti in questo quadriennio, dalla presenza della coppia cinese in poi, restano scolpiti alcuni momenti chiave: il coraggio dato agli italiani, fin da subito, mentre da più parti ci si nascondeva o si lasciava andare al più nero pessimismo – racconta – La forza positiva del popolo che ci ha creduto, il grande lavoro degli operatori sanitari fotografato in due momenti distinti: la festa della Repubblica con Mattarella il 2 giugno allo Spallanzani ed il G20 con i camici bianchi tra i grandi della terra ed il loro grazie”. “Nel mentre conviviamo anche con il Sars-Cov-2, come da tempo previsto, rendiamo centrale la prevenzione nel nostro paese. La prevenzione è la vera attrice del cambiamento – rilancia Vaia – Se adeguatamente supportata sarà l’architrave della sostenibilità del sistema sanitario e darà l’impulso necessario per una sua ripresa”. “Le liste d’attesa, la vera vergogna del nostro Ssn, la carenza del personale sanitario, la povertà del territorio, sono le sfide che abbiamo davanti. Le vinceremo se prevarranno l’ottimismo razionale e la voglia di crederci che abbiamo messo nella battaglia che abbiamo vinto“.

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