
Un fenomeno, questo, che ha avuto il suo apice attorno al 2010, quando al portale Skuola.net arrivavano ogni anno centinaia di segnalazioni di comportamenti poco ortodossi da parte delle scuole in merito al contributo scolastico. In casi estremi, come documentato da un servizio della nota trasmissione “Le Iene”, si arrivava a minacciare la bocciatura in caso di domande di iscrizione “incomplete” della parte economica. Così anche l’allora MIUR intervenne con circolari che ribadivano la natura volontaria del contributo e deprecavano ogni ritorsione minacciata agli studenti. Tuttavia, per le famiglie non è sempre facile distinguere le somme dovute da quelle facoltative. Per questo motivo, insieme a Daniele Grassucci, direttore e co-founder di Skuola.net, abbiamo provato a fare chiarezzaDopo le immagini scioccanti di Ilaria Salis incatenata durante l’udienza per l’aggressione a due neonazisti a Budapest, e l’ondata di indignazione che ne è scaturita, la Farnesina oggi convocato l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria chiedendo ufficialmente che a Salis sia accordato “al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea incluse misure alternative alla detenzione in carcere”.Questa mattina, intervistato da Radio1, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto: “Questa volta mi sembra si sia ecceduto. Sul rispetto della persona non possiamo transigere”. Sulla dignità di Ilaria Salis così come di qualsiasi persona detenuta non possiamo transigere”, ha detto poi Tajani in audizione alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, definendo i trattamenti riservati alla detenuta “inammissibili e sproporzionati rispetto alle esigenze procedurali e non in linea con la direttiva comunitaria su detenuti in attesa di giudizio”. Il ministro ribadisce, rispondendo ai cronisti, che l’Ungheria è sovrana e che Salis deve essere processata lì. L’ambasciatore d’Italia in Ungheria, Manuel Jacoangeli, si recherà oggi pomeriggio dal ministro della Giustizia del governo ungherese per affrontare il caso. Lo annunciano gli avvocati italiani della donna che assieme al padre, Roberto Salis, hanno avuto oggi un incontro con Jacoangeli e il console onorario d’Italia a Budapest. I cronisti di Askanews riportano poi altre parole di Tajani espresse stamane: “Se vogliamo parlare in punto di diritto” del caso di Ilaria Salis, il primo ministro ungherese “Orban non c’entra niente. Il processo non lo decide il governo, la magistratura è indipendente, deve rispettare determinate regole ma non possiamo intervenire noi. Noi possiamo far si che ci sia rispetto dei diritti del detenuto”. “Il problema”, ha insistito Tajani, “è vedere se sono state rispettate le regole, prima e dopo”. “L’Ungheria è uno Stato sovrano” e Ilaria Salis “è detenuta per un reato ipotetico commesso lì”. Tajani ha quindi ricordato che “i Paesi sono tutti uguali, c’è una direttiva comunitaria che va rispettata”. “Abbiamo chiesto che vengano rispettate tutte le norme che riguardano la tutela dell’imputato. L’avvocato non ha ancora fatto richiesta di detenzione ai domiciliari per la detenuta e se non c’è non si può chiedere il trasferimento in Italia per trattamento ai domiciliari” qui da noi.






