giovedì, Maggio 23, 2024

Contratti precari nel mercato del lavoro del Lazio

Dopo lo shock pandemico e il rimbalzo post Covid le politiche nazionali e locali vorrebbero definire una cornice più salda al servizio delle forze economiche in campo, anche in previsione di occasioni di sviluppo rappresentate dal Giubileo e dall’applicazione del PNRR. Il principale terreno di confronto ovvero il mercato del lavoro ha cambiato profondamente pelle. La Cgil ha analizzato le tipologie contrattuali. Dodici anni fa i contratti a tempo determinato rappresentavano l’86% nel Lazio, confinando i contratti stabili al 14%. L’anno scorso il rapporto è stato 91% a 9%, cioè un contratto stabile ogni dieci. Nel dettaglio provinciale l’area in cui si fanno ancora più contratti a tempo indeterminato è Frosinone con il 16% seguita dall’hinterland di Roma e Rieti con il 15% e Viterbo con il 10%. Fanalini di coda Roma città e Latina rispettivamente con l’8% e il 7%. Le percentuali esprimono numeri molto netti.  Se concentriamo il raggio d’analisi agli anni 2016/2022 notiamo che nel saldo tra rapporti stabili attivati e cessati il Lazio perde 282.536 tempi indeterminati. L’80% è concentrato tra la Capitale (169.839) e la sua area metropolitana (53.374). Solo Rieti riesce a conservare una linea di galleggiamento (1.299). E i dati più freschi rafforzano i segni negativi. Natale di Cola, segretario generale della Cgil per Roma e Lazio, ci racconta che anche nel 2023 si sono persi per strada 30mila contratti a tempo indeterminato, con conseguente crescita del precariato. Una situazione che, ad avviso del sindacato, chiede alla politica scelte e decisioni molto chiare.

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