martedì, Aprile 30, 2024

Hamilton sulla Ferrari al posto di Sainz nel 2025: si attende solo l’annuncio

Lewis Hamilton sulla Ferrari dal 2025? Il mercato piloti della Formula 1 scatta di livello con il primo giorno di febbraio ed sono il sette volte campione del mondo e la Ferrari ad agitarne le acque. Esattamente sette giorni dopo l’annuncio del rinnovo pluriennale del contratto di Charles Leclerc, prende quota ora dopo ora l’ingaggio di sir Lewis da parte della Scuderia di Maranello il prossimo anno al posto di Carlos Sainz, il cui contratto scade al termine del Mondiale che prende il via tra poco più di un mese con il Gran Premio del Bahrain di sabato 2 marzo. Dall’Inghilterra, “Autosport” parla di trattative molto avanzate e di chiusura dell’accordo entro la fine di questa settimana, se non prima. Lo scenario è molto logico, oltre che ricco di fascino. Il Re Nero è attualmente legato a Mercedes da un contratto che si estende fino al 2025 ma per l’anno prossimo si tratterebbe “solo” di un’opzione con una clausola rescissoria. A convincerlo ad accettare la corte ferrarista sarebbero il lungo digiuno di vittorie (nessun successo nelle due ultime stagioni), le migliori prospettive di competitività delle Rosse rispetto alle Frecce d’Argento e il sogno dell’ottavo titolo iridato da record assoluto al volante di una Ferrai, superando nella storia delle corse Michael Schumacher. A dare fiato alle indiscrezioni che prendono corpo ora dopo ora è l’assenza a tutt’oggi della conferma di Sainz, la cui scadenza di contratto è come detto la fine del 2024, come lo era per Leclerc prima del rinnovo di giovedì 25 gennaio. Ad ormai solo dodici giorni dal lancio della SF24 (martedì 13 febbraio) il silenzio maranelliano è strano e soprattutto “scomodo”. Quasi impensabile o comunque poco opportuno pensare che si arrivi alla prima occasione pubblica del nuovo anno con una situazione pendente di non poco conto. Il recentissimo rinnovo pluriennale fa di Leclerc la vera bandiera del Cavallino Rampante per il presente e il prossimo futuro. Affiancargli un sette volte campione del mondo può essere al tempo stesso una mossa – ulteriormente motivazionale – o un elemento di forte destabilizzazione per un team che – da ormai molti anni, di fatto dalla fine dell’epopea Schumacher – punta su due “cavallini” più o meno sullo stesso piano. Almeno al semaforo di partenza.

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