lunedì, Maggio 6, 2024

Salis, Ue: “Domiciliari in linea con il quadro europeo”. Il padre: “Dal governo solo no, Ilaria resterà in cella” 

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto un incontro “privato e cordiale” con il padre di Ilaria Salis. “Continuiamo a impegnarci perché possa essere rispettata la normativa comunitaria per i diritti dei detenuti”, ha aggiunto. Ma per il padre della giovane l’incontro “è andato molto peggio di quanto ci aspettassimo. Siamo stati lasciati soli”. E il timore è che “mia figlia resterà ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi”. Secondo il padre di Ilaria Salis, gli incontri con i ministri degli Esteri e della Giustizia, Antonio Tajani e Carlo Nordio, sono andati “molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli. Abiamo chiesto due cose, i domiciliari in Italia o in alternativa in ambasciata in Ungheria e entrambe ci sono state negate. Credo che mia figlia restera’ ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi”.

“Lo Stato italiano – ha proseguito Roberto Salis – non intende fare nulla, dipende tutto dal giudice ungherese e ritiene di non voler fornire dei documenti che avevamo chiesto per agevolare il lavoro dei nostri avvocati, perché dicono che sarebbe irrituale e che possa creare dei precedenti. Sulla nota che avrebbe fornito garanzie sull’applicazione delle misure per i domiciliari in Italia, ritengono che dallo Stato italiano sarebbe mostrata come una excusatio non petita”. Durante l’incontro Tajani e Nordio, hanno ricevuto separatamente il padre di Ilaria Salis accompagnato dall’avvocato Lasco, hanno evidenziato che i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono ogni interferenza nella conduzione del processo e nel mutamento dello stato dell’indagato. I ministri hanno quindi esposto le ragioni per cui la richiesta di sostituzione della misura cautelare presso l’ambasciata italiana non è possibile. In particolare Nordio ha rilevato che un’interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e l’organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale e irricevibile. Sul tema è intervenuto anche il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, spiegando che “non possiamo fare ingerenze nel sistema giudiziario di un altro Paese per reati compiuti da un nostro cittadino sul suolo di quel Paese. Vale per l’Italia verso l’Ungheria, ma varrebbe ovviamente anche il contrario. Per Ilaria Salis abbiamo l’obbligo di spingere su dialogo e collaborazione affinché possa ottenere un provvedimento di arresti domiciliari in Ungheria per poi portarla in Italia”. Questo, secondo Sisto, sarebbe “possibile anche dando rassicurazioni sull’esecuzione della misura: per esempio siamo in grado di attestare che il braccialetto elettronico utilizzato in Italia è perfettamente in condizione di garantire la sicurezza della custodia domiciliare”. E proprio sulla concessione dei domiciliari, la Commissione Ue è “a disposizione per aiutare a trovare una soluzione sostenibile”. A indicarlo è la commissaria per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness, che intervenendo in Plenaria al Parlamento europeo durante il dibattito su Ilaria Salis ha sottolineato che la Commissione “sa che ci sono stati contatti bilaterali tra Italia e Ungheria e hanno discusso la possibilità di una detenzione alternativa, compresa quella dei domiciliari. Questa misura sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio Ue” sulle misure alternative alla detenzione.

Articoli correlati

Ultimi articoli