venerdì, Maggio 17, 2024

Strage nel Palermitano, i misteri sulla figlia “prediletta” risparmiata dal padre

Succube del padre, per lui aveva una sorta di venerazione: viene descritta così la figlia 17enne di Giovanni Barreca, che – insieme a due complici – ha ucciso moglie e due figli di 15 e 5 anni. Non sono ancora chiari i motivi per cui la ragazza è stata risparmiata. Quando i carabinieri sono arrivati nella casa dell’orrore di Altavilla Milicia (Palermo), l’hanno trovata illesa e sotto shock. Se fosse alterata da droghe o farmaci, lo diranno gli esami tossicologici. “Hanno fatto un esorcismo: volevano liberarli dal demonio”, ha sussurrato agli investigatori. La figlia 17enne “era la sua prediletta”, dicono i conoscenti, come riporta La Repubblica. “Il padre cercava sempre di accontentarla in tutto”, ha raccontato una vicina di casa. La moglie di Barreca, la 42enne Antonella Salamone, sarebbe stata uccisa per prima, forse una decina di giorni fa. Difficile anche per i medici legali che dovranno eseguire l’autopsia chiarire come sia stata assassinata e l’esatta data della morte. Della vittima sono stati trovati solo pochi resti carbonizzati. Accanto alle spoglie, sotterrate sotto pochi centimetri di terra ad Altavilla Milicia, paese della famiglia, c’erano vestiti e suppellettili della donna, elementi che fanno pensare a un vero proprio rituale esoterico. Giovanni Barreca e i suoi complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente, avrebbero voluto purificare il corpo e gli oggetti col fuoco. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, basate anche sulla confessione di Barreca e sul racconto della figlia 17enne, poi sarebbe toccato ai fratellini che prima di essere soffocati sarebbero stati sottoposti a sevizie. Sui corpi sono stati trovati lividi e ferite.Quando Barreca, sabato notte, ha chiamato i carabinieri confessando gli omicidi, i militari sono corsi nell’abitazione e hanno trovato Kevin ed Emanuel morti. I due ragazzini sarebbero stati incaprettati. Sotto shock la comunità di Altavilla Milicia. Un mazzo di fiori è stato messo sul banco della classe del liceo artistico di Bagheria Renato Guttuso frequentato da Kevin. Anche la sorella andava nella stessa scuola. Lei sui social non esiste, preside e professori la descrivono timida, riservata e schiva. Dei compagni di scuola, tanti ricordano il fratello, artista e sportivo, invece lei per molti è solo “la sorella”. Chi indaga sulla strage sta cercando di ricostruire cosa abbia fatto in quelle ore di orrore la 17enne. Il suo telefono, secondo quanto riporta La Repubblica, fino a sabato squillava e ci si interroga sul perché non abbia mai risposto per dare l’allarme. Altra domanda, per ora senza risposta, è perché, quando il padre si è allontanato, non ha chiesto aiuto. Su cosa abbia visto o sia stata costretta a vedere, o forse subire, in quella casa degli orrori rimane un mistero. “Erano seguiti a casa. La mamma veniva spesso – dice il dirigente scolastico Maria Rita Chisesi -. Adesso dobbiamo sostenere la giovane e i compagni che sono distrutti”. I due ragazzi erano assenti da scuola da lunedì scorso. “Gli insegnanti dopo alcuni giorni avevano chiamato a casa – aggiunge la dirigente – e i due alunni avevano detto che stavano male. Con l’influenza di questo periodo non ci siamo allarmati. Del resto i ragazzi hanno sempre frequentato regolarmente e con buoni risultati”. E un particolare inquietante viene fuori dai racconti di alcuni amici del liceo artistico di Kevin. Uno degli alunni ha riferito di aver ricevuto il 4 febbraio, pochi giorni prima del delitto, un messaggio. “Kevin scriveva che il suo fratellino di cinque anni gli diceva che c’erano i demoni in casa – racconta il compagno di scuola -. Demoni che avrebbero ucciso e distrutto la loro famiglia. Mi aveva anche detto che erano entrate in casa due persone che, se non sbaglio, venivano chiamate fratelli di Dio”. Forse il nome della setta.

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