Profondamente delusa e disgustata dall’atteggiamento della società in cui credeva. Così, intervistata dal quotidiano “La Repubblica” si dice la donna protagonista, insieme al suo compagno, del video a contenuto sessuale che sarebbe stato sottratto dal suo cellulare da un giocatore della Primavera della Roma e poi diffuso. L’episodio ha portato al licenziamento della coppia (entrambi erano dipendenti dell’AS Roma) da parte del club, ma nessun provvedimento disciplinare sarebbe stato preso a carico del giovane calciatore. Sul caso ha aperto un’indagine la procura federale della FIGC, per accertare se ci siano state violazioni del codice di giustizia sportiva. Gli interrogatori del procuratore Giuseppe Chiné sono già iniziati, l’ultimo ad essere sentito sarà proprio il giovane atleta, mentre sull’accaduto c’è un’interrogazione del responsabile sport del Pd, Mauro Berruto, con il ministro Andrea Abodi che si è detto certo che in tempi brevi emergeranno tutte le responsabilità. Da parte sua la società giallorossa in un comunicato parla di una campagna di tono diffamatorio con il chiaro obiettivo di destabilizzare la squadra, sottolineando che i due ex dipendenti avrebbero violato il codice etico interno, e respingendo al mittente ogni accusa di sessismo: entrambi i dipendenti, la donna e l’uomo, sono stati infatti licenziati – sottolinea il club di Trigoria, che aggiunge un dettaglio in più: “nel video emergerebbe la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative.” A dirsi stupito della reazione della Roma è l’avvocato Francesco Bronzini, legale della donna: il comunicato della AS Roma, scrive in una nota “non solo non nega la sottrazione del video alla ragazza coinvolta, ma conferma di non voler prendere minimamente in considerazione la posizione del calciatore omettendo ogni valutazione sul punto e attaccando nuovamente la vittima della vicenda”.
